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Da Organizzatori

L’O.I. Pera, l’Organizzazione Interprofessionale  che associa le più importanti realtà della filiera della pera in Emilia Romagna e Veneto, ha effettuato un primo aggiornamento delle previsioni di produzione presentate a metà luglio per la campagna 2017/2018.

Da queste prime verifiche la produzione di pere in Italia non si dovrebbe discostare  significativamente da quanto preventivato qualche mese fa, nonostante l’incertezza  dettata dal possibile sviluppo dei frutti, in considerazione delle elevate temperature e della siccità che hanno caratterizzato l’estate appena trascorsa.

In particolare la produzione di Abate conferma una crescita di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, ritornando perfettamente in linea con la media dell’ultimo quadriennio, dopo un 2016 contraddistinto da bassi rendimenti unitari.

In crescita anche le produzioni di Kaiser e Santa Maria, due varietà particolarmente penalizzate lo scorso anno. In calo al contrario la produzione di Conference, sfavorita soprattutto dalla diminuzione delle superfici, mentre più simili allo scorso anno si confermano William e  Decana.

Nel complesso la produzione commercializzabile, in base a quest’ultimo aggiornamento, si attesterebbe sul +7% rispetto allo scorso anno.

“Il consuntivo definitivo – afferma Gianni Amidei – Presidente dell’OI Pera – sarà disponibile nel giro di qualche settimana, ma se i dati saranno confermati, come noi crediamo, ci troviamo di fronte ad un livello di offerta, solo lievemente superiore a quello dell’annata 2016, in linea rispetto alla media del periodo 2013-2016. La qualità è buona come evidenzia il dato sulla I qualità che conferma il +7% sul 2016. I dati sulle giacenze – continua Gianni Amidei – dimostrano un ritmo di vendita normale per il periodo.  A metà ottobre risulta infatti venduto il 14% di Abate, in linea con lo scorso anno.
Ulteriori approfondimenti sulle tendenze produttive, andamenti di mercato, esportazioni e consumi a livello internazionale – conclude Amidei – saranno gli argomenti analizzati con i più grandi esperti del settore al Convegno “Mercato e consumi: i nuovi trend e le sfide future” che si terrà a Ferrara, il 17 novembre 2017, nell’ambito della Fiera Internazionale FUTURPERA.  Il 16 novembre invece sarà interessante assistere al convegno “Abate Fetel: aumentare le rese per una maggiore redditività”, dove operatori mondiali  si confronteranno su tecniche mirate all’aumento delle rese della top cultivar italiana”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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