Skip to main content

di Emilia Graziani

Da LONDRA – Tutta la gente più trendy di East London lo usa: gas esilarante, una sostanza ricreativa venduta per le strade che garantisce divertimento senza rischi per la salute o la fedina penale. Alla scoperta della droga fatta per chi non si droga.

L’ho fatto. Ho ceduto al desiderio di emulazione e dopo averlo detto per settimane, se non mesi, ho provato il nuovo trend dello sballo di East London: il gas esilarante (o ossido di diazoto, nel caso vogliate suonare super scientifici e acculturati).
Nel Regno Unito chiunque sia stato dal dentista per un’otturazione sa bene di cosa si tratta visto che qui viene somministrato abitualmente come calmante a chi suda freddo al solo pensiero della siringa per l’anestesia. Ma essendo stata dal dentista solo in Italia, dove la cosiddetta sedazione cosciente esiste ma è piuttosto inusuale, ero una tela bianca nelle aeree grinfie del gas.
Quel fatidico sabato sera mi sono diretta verso il quartiere londinese di Shoreditch dove avviene la gran parte del commercio di gas. La turistica Brick Lane di sera si trasforma nell’epicentro della vita notturna alternativa. Gruppetti di ridacchianti hipster barbuti sulla ventina ciondolavano per la strada stringendo in una mano un frullato biologico corretto alla tequila e nell’altra un palloncino.
Erano le 21 e l’asfalto era già ricoperto con innumerevoli cadaveri di palloncini di gomma che poco prima contenevano la sostanza esilarante.

La prima cosa da fare era trovare un venditore, cosa che, secondo il mio galoppante immaginario, significava venire accoltellati in un anonimo vicolo da qualche potente e nerboruto narcotrafficante.
Per mia fortuna la realtà era completamente diversa: il gas era venduto da squadroni di belle ragazze vestite di nero che indossavano in vita una specie di cartucciera piena di bombolette e porgevano palloncini variopinti ai numerosi clienti in fila davanti a loro.
Mi sono avvicinata a una di loro e, fingendo di non sapere, le ho chiesto cosa stesse vendendo. La ragazza, Shannon, ha iniziato a declamare una serie di frasi imparate a memoria che assomigliavano quasi a una pubblicità: “I palloncini sono pieni di gas esilarante che ti sballa ma è completamente innocuo e legale. L’effetto svanisce nel giro di un paio di minuti senza effetti collaterali e non c’è alcun rischio di dipendenza. E’ una sostanza così favolosa che è diventata la droga d’elezione dei VIP e anche il Principe Harry è stato paparazzato mentre la consumava.”
Innocua, legale, senza effetti collaterali, non crea dipendenza e per tre sterline a palloncino anche economica. Sembrava troppo bello per essere vero.

Prima di comprare un palloncino ho parlato con un paio di consumatori abituali che erano in coda per comprare la loro “dose”.
“Non avevo mai provato niente del genere. Mi avevano detto che inalare il gas era come fumarsi una canna e, sì, può assomigliare, ma il gas è molto più intenso,” mi ha detto Nina, 21 anni, una cameriera part-time di Malaga, “quello che mi piace è che ti rilassa più di qualsiasi altra droga. Credimi, dopo un tiro tutto sembra rallentato.”
Luca, 28 anni, un barista di Brescia, mi ha confessato “E’ da anni che lo uso. Ho iniziato quattro anni fa, quando sono arrivato in Inghilterra, allora non era ancora così commerciale e venduto così apertamente. La cosa più bella del gas è che ogni volta è intensa come la prima e posso farmene quanto voglio senza rischi legali o per la salute.”
Nessuno di quelli con cui ho parlato si definiva dipendente dal gas, tuttavia la maggior parte dei consumatori ha ammesso di sentire il bisogno di usarlo per vivere al massimo una serata. Questo fa pensare a una dipendenza di tipo psicologico.
Nato cinque anni fa ai festival musicali come la droga d’elezione degli adolescenti di buona famiglia, l’ossido di diazoto si è fatto velocemente strada nelle discoteche gremite di adolescenti borghesi bramosi di attaccarsi a ogni nuova moda. Negli ultimi mesi, l’altissima richiesta di gas esilarante ne ha portato il commercio per le strade e questo livello di visibilità ha ampliato il numero e la demografia dei consumatori.

Un sondaggio del 2013 del giornale universitario The Tab sul consumo di droga nei campus universitari inglesi ha rivelato che il gas esilarante è la terza droga più usata dopo cannabis e Mdma. Ciò è da attribuire probabilmente al suo effetto leggero e al fatto che inalare qualcosa che sembra aria da un oggetto infantile come un palloncino possa sembrare molto meno pericoloso di fumare, iniettare o ingoiare una sostanza tangibile.
“La dose di ossido di diazoto che si assume inalando da un palloncino è tutto sommato innocua,” ha dichiarato Yousry El Gazzar, medico di base al Lanark Medical Center di Londra, “il dosaggio medio per un’anestesia è più del doppio e, in un ambiente controllato, non ci sono particolari rischi per la salute.”
La mancanza di pericoli gravi è stata confermata dal rapporto annuale sui decessi per abuso di sostanze stupefacenti del 2013 dell’International Centre For Drug Policy in cui il numero di morti causate da sostanze volatili nel Regno Unito è zero.
“Tuttavia vanno prese delle precauzioni: per prima cosa, dato che l’ossido di diazoto può causare svenimenti e allucinazioni, è bene utilizzarlo in ambienti tranquilli e in compagnia di persone fidate e sobrie. Inoltre non è consigliabile mischiare il consumo di gas con alcool. Essendo entrambi vasocostrittori, un’esposizione prolungata a questo mix può causare infarti, emostasi [ridotta mobilità del sangue, ndr] e ipertensione,” ha avvertito dottor El Gazzar, aggiungendo “non sapevo neanche che il possesso di ossido di diazoto fosse legale al di fuori della professione medica.”

Il dottor El Gazzar non sbaglia del tutto: il possesso e il consumo di gas esilarante per scopi ricreativi è legale nel Regno Unito dato che la sostanza non è inclusa nel Misuse of Drugs Act 1971, ma chiunque non sia un operatore sanitario e venga sorpreso a procurare o vendere gas esilarante potrebbe trovarsi nei guai. Nonostante questo, la legge è semplicissima da aggirare.
Dato che l’ossido di diazoto è comunemente usato nella ristorazione come propellente per le bombolette di panna montata, chiunque può tranquillamente venderlo mascherandolo come additivo alimentare. Come non fidarsi di conservanti venduti in palloncini?
L’impunità per i venditori e la facilità di trovare fornitori non ha abbassato i prezzi. Una rapida ricerca su eBay mostra che si possono avere otto “ricariche per panna montata” contenenti ognuna 24 grammi di ossido di diazoto comodamente consegnate a casa nel giro di 24 ore per soli 9,50 sterline. Dato che un normale palloncino può contenere fino a 8 grammi di gas, i conti sono presto fatti: 24 palloncini di gas esilarante fai da te per 10 sterline contro le 72 che servirebbero per comprare l’equivalente a Brick Lane.

Dunque Shannon, la mia pusher, aveva dimenticato di aggiungere un sacco di “relativamente” quando mi ha detto che l’ossido di diazoto è innocuo, legale, senza effetti collaterali, non crea dipendenza ed è economico. E’ almeno divertente?
Shannon ha lasciato cadere le tre sterline nel marsupio che le ciondolava dalla cintura di ricariche e con destrezza ha estratto un palloncino dalla tasca attaccandolo al beccuccio della bomboletta. Psssst. Il mio palloncino era perfettamente gonfio. Me l’ha allungato con la sicurezza di chi ha fatto lo stesso gesto un milione di volte e mi ha guardata pensando che non avrei davvero respirato il gas.
L’ho fatto. Ho inalato quel vapore freddo e mandato giù la condensa che si era formata nella mia bocca come Nina mi aveva suggerito.
Immediatamente il battito del mio cuore si è fatto più lento ma più rimbombante. Tutto è diventato nero per un istante, come un lungo battito di ciglia, anche se non ricordo di aver chiuso gli occhi.
Una sensazione elettrica e pungente mi ha attraversata iniziando dalle spalle e finendo nei miei piedi. Ho pensato a tutte le cose che avrei dovuto fare la settimana seguente – pagare l’affitto, studiare per gli esami, prenotare un volo, mandare curricola – ma mi è parso che tutto potesse aspettare. Avevo ancora un paio di secondi di torpore da godermi.

tag:

Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it