Skip to main content

Pur senza citarli direttamente, il vescovo di Ferrara monsignor Luigi Negri nel suo messaggio pastorale, con il consueto raffinato eloquio, stavolta si scaglia ‘ex cathedra’ contro aborto, fecondazione eterologa ed eutanasia.

Le cose che spaventano sono due: il richiamo a una verità assoluta, indiscutibile (il terribile dogma) e i toni da crociata. Il vescovo parla di “ultima radicale sfida che riceviamo dal nostro tempo di fronte alla quale dobbiamo insorgere come un solo popolo, quello dei cristiani”. E aggiunge: “Io non ho paura a parlare di battaglia quando la battaglia, come nel nostro caso, è espressione di amore alla Verità che è Dio, al bene, al bello e al giusto. Non ho paura di dire che la Chiesa o combatte questa battaglia per la verità e per la salvezza della vita umana – anche nei suoi aspetti fisici – o, umanamente parlando, finirà per schierarsi con i colpevoli di questo delitto contro Dio e contro l’umanità”.

Alla scienza e alla laicità del pensiero – che traggono impulso dalla ricerca e dal libero intelletto – monsignor Negri contrappone la verità divina, rivelata e dunque statica e incontestabile. E a sua difesa schiera la Chiesa e il popolo dei cristiani.

Il vescovo conia una metafora ardita. “In tutto il mondo c’è il pericolo dell’Ebola, ma credo che questo contagio si potrà fermare; non so però se si potrà fermare il contagio di un’’Ebola culturale, ‘spirituale’ e delle ‘coscienze’ che tenta di distruggere l’umanità in noi ed accanto a noi. La sua forza sembra invincibile e condiziona pesantemente la nostra vita quotidiana, togliendola dai sentieri della fede”. Monsignor Negri, a sostegno del proprio dire, fa riferimento “al grande filosofo tedesco” Robert Speamann e a ciò che egli definì “sentieri oscuri del nulla”.
Tanto per capire di chi si sta parlando, Speamann asserisce che “la verità è una sola e non si basa sulla reciprocità. L’uomo è capace di verità perché senza di essa, intesa oggettivamente, non si riesce a rendere ragione dell’esperienza. Al fondamento di questa garanzia c’è Dio”.
La verità è in Dio, dunque la verità è dogma: verità oggettiva, rivelata che non ammette dubbi.

E’ chiaro quale terribile spettro evochi questa impostazione. Sono affermazione e riferimenti che prefigurano lugubri scenari, quelli – per restare al gioco delle allegorie – di nuovi roghi culturali.

Noi invece abbiamo a cuore un altro paradigma, quello di scientificità coniato dal filosofo Karl Popper, secondo il quale verità è ciò che transitoriamente appare tale sulla base del criterio di verificabilità. In questa prospettiva, conoscenza e progresso procedono sulla base di congetture (ipotesi) e confutazioni (negazioni della validità dell’ipotesi, cioè della verità temporaneamente affermata, che scaturiscono da continue verifiche del postulato).
Così procede la scienza, così si sviluppa la conoscenza. In un sapere fluido, non cristallizzato. Ciò che è vero oggi può essere negato domani sulla base di nuove scoperte e nuove acquisizioni, in considerazione delle evidenze che un continuo, incessante percorso di ricerca, condotto senza preconcetti, potrà rivelare nell’infinito cammino del progresso intellettuale.

E’ un modello, questo, che allude a una società aperta al confronto, al dialogo, permeabile ai differenti punti di vista, orientata alla definizione di soluzioni condivise a problemi comuni. Con Gustavo Zagrebelsky ci schieriamo dalla parte del dubbio, non per negare la verità ma per cercare senza pregiudizi di avvicinarsi ad essa.

tag:

Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

I commenti sono chiusi.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it