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Da Ripartizione Marketing e Comunicazione Unife

Giovedì 3 maggio alle ore 10,30 presso la sede dello IUSS-Istituto Universitario Studi Superiori di Ferrara (Cs. Porta Mare, 2) si terrà la Tavola rotonda L’universo poetico di Ketty La Rocca. Dalle parole ai gesti. Riflessioni a margineorganizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI e dall’Università di Ferrara.
L’iniziativa si pone nel solco della mostra Ketty La Rocca 80. Gesture, Speech and Word, esposta presso il PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara fino al prossimo 3 giugno e curata da Francesca Gallo (Università La Sapienza di Roma) e Raffaella Perna (Università di Macerata).
Con le curatrici della mostra e alla presenza di Michelangelo Vasta interverranno Ada Patrizia Fiorillo (Università di Ferrara), Federica Muzzarelli (Università di Bologna), Caterina Iaquinta (Università Cattolica di Milano). Modera Anna Quarzi (Comitato Biennale Donna). All’incontro prenderà parte Elisa Leonini con gli studenti della classe 5 a A del Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara, interpreti sotto la guida della docente, del gioco- performance In principio eratverbum, un progetto rimasto inedito fino ad oggi che sarà eseguito nel pomeriggio alle ore 16,00 presso la sede della mostra (Padiglione di Arte Contemporanea, Corso P.ta Mare 5), dove il perimetro dell’azione è allestito secondo la traccia disegnata dall’artista.
Si tratta di una sorta di esaedro racchiuso intorno ad un perno centrale, lungo il quale una corrente relazionale fatta di sguardi e di gesti unirà i partecipanti, sulle orme di quanto l’artista stessa aveva annotato: «I giovani possono scambiarsi di posto, passare cioè da una posizione isolata (spazio unico) a una posizione di contatto (spazio a due a tre) o viceversa seguendo i camminamenti».

Questa XVII edizione della Biennale Donna dedicata a Ketty La Rocca (La Spezia 1938- Firenze 1976) grazie all’apporto dell’Archivio KLR di Michelangelo Vasta, rappresenta, a oltre quindici anni dall’ultima antologica dell’artista in Italia, un significativo riconoscimento al suo lavoro, riletto alla luce anche di nuovi studi che hanno permesso di dipanare l’intera sua vicenda entro le dinamiche dei movimenti artistici sviluppatisi all’indomani del secondo dopoguerra e, in particolare, entro la soglia dei decenni Sessanta e Settanta, i più ricchi di pulsioni e di istanze sociali e culturali nella storia del Novecento.
La pratica del linguaggio verbo-visivo, nodo centrale dell’esperienza di Ketty La Rocca a partire dagli anni Sessanta quando è ormai a Firenze, dove si era trasferita nel 1956, ma anche la successiva declinazione del gesto che, acquisito soprattutto nella sua valenza antropologica, interesserà il prosieguo di questo decennio, costituiscono i due poli di attenzione sui quali si snoda il percorso espositivo della mostra. Un percorso ricco di opere e documenti che svela anche l’interesse dell’artista a servirsi di svariati medium espressivi: dalla fotografia al video, dal disegno alla performance fino alla scultura, corpo tangibile posto in una speciale relazione tra il sé e l’altro da sé. Sul filo di tali interessi, testimoni di un universo poetico ricco di sperimentazioni linguistiche, intende soffermarsi l’iniziativa di questa tavola rotonda nella quale saranno affrontati ulteriori momenti di riflessione.

Info: udi@udiferrara.it 0532 206233 dottorato@unife.it 0532 455283 ufficio stampa: press@sarazolla.it 346 8457982 La mostra della XVII Biennale Donna e le attività di approfondimento sono sostenute dal Comune di Ferrara e Regione Emilia Romagna, patrocinate dal Ministero alla Cultura, dal Dipartimento Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri, e sponsorizzate da Assicoop, Coop Alleanza 3.0 e Copma. Ferrara, 27 aprile 2018

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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