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da: Movimento 5 Stelle Ferrara

Incontro pubblico venerdì 20 febbraio, alle ore 20.30, alla Sala della Musica in Via Boccaleone 19 a Ferrara
Interverranno: Salvatore Lantino, avvocato economista, Ignazio Corrao, europarlamentare M5S, Vittorio Ferraresi, parlamentare M5S

E’ davvero possibile uscire dall’euro? E come?
Quali strategie si dovrebbero attuare per tornare alla sovranità monetaria?
Quali scenari si aprirebbero se l’italia uscisse dall’euro? Quali vantaggi avrebbero lo Stato, le imprese, il cittadino?
Interrogativi di grande attualità ai quali proveranno a dare una risposta Salvatore Lantino, avvocato economista insieme a Ignazio Corrao, europarlamentare M5S e Vittorio Ferraresi, parlamentare M5S nell’incontro pubblico che si terrà venerdì 20 febbraio, alle ore 20,30, alla Sala della Musica in Via Boccaleone 19 a Ferrara.
Tante voci si sono levate in favore della fedeltà dell’Italia a questo sistema monetario, così come è, dopo l’annuncio del M5S di raccolta firme per una legge popolare per il referendum sull’euro. Tanto spazio mediatico è dedicato a quanti ritengono questa iniziativa scellerata e prospettano scenari apocalittici in caso di successo.
Ma visto che è impossibile risolvere i problemi con lo stesso sistema di pensiero che li ha generati, il M5S Ferrara intende promuovere la conoscenza dell’altro punto di vista, quello di coloro (e sono sempre di più) i quali ritengono che l’uscita dall’euro favorirebbe gli investimenti e lo sviluppo delle nostre imprese, stimolerebbe la creazione di posti di lavoro, tutelerebbe il Made in Italy, permetterebbe di mantenere il nostro stato sociale.
Si tratta di una grande opportunità per ascoltare – con calma – l’opinione di uno studioso che esporrà le proprie idee con semplicità, appoggiando la teoria su scenari ed esempi concreti e comprensibili. Ognuno di noi potrà operare il proprio contraddittorio ascoltando in seguito opinioni diverse. Ciò che conta è comprendere per formarsi un’opinione propria, libera da condizionamenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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