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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Il presidente della Regione interviene a Strasburgo al Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d’Europa:”L’ascolto dei territori è sempre più necessario in un’Europa che deve ripensarsi in un’ottica di sviluppo e coesione sociale, di politiche per il lavoro e per l’occupazione, di ricerca e innovazione, uscendo da logiche solo finanziarie e di bilancio”

Bologna – Arriva in Europa la via costituzionale per avere una maggiore autonomia scelta dall’Emilia-Romagna. Questa mattina, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è intervenuto al Palazzo d’Europa di Strasburgo alla 34esima Sessione del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d’Europa, che rappresenta gli enti locali dei 47 Stati membri del Consiglio stesso, invitato a parlare come presidente della Regione Emilia-Romagna e dell’Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (AICCRE).

Bonaccini ha illustrato il percorso fatto dalla Regione Emilia-Romagna per ottenere una autonomia rinforzata sulla base dell’articolo 116 della Costituzione, che al comma III consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Accordo preliminare che il presidente della Regione ha sottoscritto lo scorso 28 marzo a Roma col Sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, delegato dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, rispettando le indicazioni e il mandato conferito dall’Assemblea legislativa regionale e dalle rappresentanze economiche, sociali e istituzionali dell’Emilia-Romagna riunite nel Patto per il Lavoro, parti sociali coinvolte fin dall’inizio dalla Regione: un traguardo storico, mai raggiunto prima in Italia. Traguardo condiviso con Lombardia e Veneto, che come l’Emilia-Romagna hanno sottoscritto un Accordo preliminare analogo con il Governo dopo aver portato avanti insieme, tutte e tre le Regioni, il negoziato con l’esecutivo nazionale.

Durante il suo intervento, il presidente della Regione ha poi sottolineato l’importanza di “dare ascolto ai territori: è sempre più necessario farlo in un’Europa che deve ripensarsi in un’ottica di sviluppo e coesione sociale, di politiche per il lavoro e per l’occupazione, di ricerca e innovazione, uscendo da logiche solo finanziarie e di bilancio”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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