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da ufficio stampa Coldiretti Emilia Romagna

Oltre tre milioni di piantine di pomodoro stecchite a causa del gelo nel parmense, 450 ettari di vigneti impiantati nell’ultimo anno pesantemente danneggiati nel reggiano. Sono questi i primi numeri del monitoraggio di Coldiretti Emilia Romagna sui danni causati dall’improvviso abbassamento delle temperature che in diverse aree dell’Emilia sono scese fino 3 gradi sotto lo zero. Anche se è presto per stime economiche, l’agricoltura dell’Emilia Romagna, valutando anche le grandinate della notte di Pasquetta, ha subito danni – secondo le stime di Coldiretti Emilia Romagna – per diverse decine di milioni di Euro
Le gelate hanno colpito a macchia di leopardo nel piacentino: a Bobbio hanno danneggiato decine di ettari di vigneto, a Podenzano danneggiati gli asparagi che sono nel pieno della crescita. Nella bassa piacentina sono state danneggiate le piantine di pomodoro che si trovano nella delicata fase del trapianto. Piantine di pomodoro “bruciate” anche in provincia di Parma, soprattutto nella bassa verso il Po (Polesine, Zibello), ma anche altre zone come Baganzola e Trecasali. Nella fascia collinare del parmense, da Casatico a Langhirano sono stati danneggiati i vigneti del vin Doc.
Gelo in vigna anche a Reggio dove – rileva Coldiretti Emilia Romagna – oltre ai 450 ettari di nuovi impianti di vite che hanno avuto danni vicino al cento per cento, sono stati colpiti anche vigneti in avanzata fase di gemmazione con danni attorno al 60-70 per cento. L’area più colpita è quella a nord della provincia, dove sono stati rilevati danni anche nei campi di mais.
In provincia di Modena il gelo – secondo Coldiretti regionale – ha provocato danni ai vigneti in particolare ai tralci appena germogliati e alle giovani foglie che hanno subito la cosiddetta “bruciatura” che causa il blocco della crescita e la successiva caduta. Nei pereti si registra la caduta dei frutticini, mentre nella zona di Vignola, dove le temperature minime sono arrivate anche a 3-4 gradi sotto zero, il gelo ha colpito susini e ciliegi nelle prime fasi di formazione dei frutti.
Nel bolognese le temperature sono scese fino a 2 gradi sotto lo zero nei comuni di Crevalcore e San Giovanni in Persiceto dove – informa Coldiretti regionale – sono stati colpiti i frutteti che già avevano avuto la grandinata della notte di Pasquetta. Danneggiati anche le colture di mais e di sorgo che soffrono in modo particolare il freddo.
Nell’alto ferrarese, a Cento e a Bondeno, sono stati colpiti frutteti e mais già interessati dalla grandinata di domenica scorsa. In queste zone, Coldiretti ha rilevato l’avvizzimento del mais, e sofferenza per pomodoro e ortaggi da pieno campo.
A preoccupare – afferma Coldiretti – è il repentino capovolgersi del tempo con i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine e gelo, con pesanti effetti sull’agricoltura che in Emilia Romagna negli ultimi dieci anni ha subito a causa delle avverse condizioni atmosferiche danni per 1,6 miliardi di euro.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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