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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna sempre più donne si rivolgono ai servizi del sistema sanitario regionale, il 94,6% dei parti in regione avviene nei punti nascita che assistono più di 500 parti all’anno e sempre di più si utilizzano le tecniche di contenimento del dolore nel parto (78,2%), compresa l’analgesia epidurale garantita gratuitamente in tutte le province.

La Regione Emilia-Romagna ha presentato questa mattina l’undicesimo Rapporto nascita, con i dati al 31 dicembre 2013. Nel rapporto, curato dal Servizio sistema informativo sanità e politiche sociali, sono elaborati i dati contenuti nei Certificati di assistenza al parto, che contengono informazioni di carattere socio-demografico e sanitario e costituiscono la principale fonte di dati per operatori e professionisti che si occupano di salute materno-infantile.

In particolare, nel 2013 cresce l’accesso ai servizi pubblici (tra i quali vi sono anche gli ambulatori ospedalieri oltre ai Consultori famigliari) a cui si è rivolto nel 2013 il 48,2% delle madri (era il 47,6% nel 2012, il 29% nel 2003): l’aumento delle utenti dei servizi pubblici in generale è stato dell’85,8% in dieci anni.

Il rapporto evidenzia per il quarto anno consecutivo il calo delle nascite: 38.057 nel 2013 (erano state 39.337 nel 2012, 42.426 nel 2009, ultimo anno di aumento). Il tasso di natalità è pari a 8,6 ogni mille abitanti (era 9 l’anno precedente) ed è in linea con il dato nazionale (8,5). A questo aspetto il rapporto dedica un approfondimento, individuando tra le possibili cause anche la prolungata incertezza economica degli ultimi anni che sembra agire “soprattutto sulle generazioni più giovani, sia italiane che straniere, portandole a rimandare la scelta di avere una prole”.

“La nascita in Emilia-Romagna”: i dati del 2013
Il 69% delle madri ha cittadinanza italiana, il 31% straniera (il 30,6% nel 2012). Se si considera il Paese di origine della donna, le nate all’estero costituiscono oltre un terzo delle donne (34,9%).
Stabile l’età media della donna al momento del parto: 31,9 anni (31,8 nel 2012). La media per le italiane è 33,1 anni, per le straniere 29,3 anni. Continua ad aumentare il numero delle madri con età uguale o superiore a 35 anni: sono il 34,3% (33,9% nel 2012).

In aumento le madri non coniugate: 36,3% (35,8% nel 2012). Il 65,7% delle mamme ha un lavoro (67,1% nel 2012), il 7,3% è disoccupata (6,2%). Il 26,4% delle madri che ha partorito nel 2013 ha una scolarità medio-bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore), il 30,5% è laureata o con diploma universitario. La scolarità dei padri risulta nel complesso inferiore a quella delle madri.

Nel 2013 erano 31 i punti nascita in Emilia-Romagna. La maggioranza dei parti, il 52%, è avvenuta nei 7 punti nascita con più di duemila parti all’anno. Il 5,4% delle nascite è avvenuto in 8 punti nascita che hanno assistito nel corso dell’anno meno di 500 parti. Complessivamente il 94,6% dei parti è avvenuto in centri che assistono più di 500 parti all’anno.
Durante la gravidanza, il 51,7% delle donne (52,3% nel 2012) si è rivolta a liberi professionisti (ginecologi o ostetriche, consultori privati). Continua a crescere il numero di donne che si rivolge ai Consultori familiari: 43,1% (42,3% nel 2012, il dato era al 34,6% nel 2010). Ai servizi pubblici si è rivolto l’81,5% delle donne straniere e il 33,2% delle donne italiane.
L’utilizzo del Consultorio pubblico è più frequente in Area Vasta Emilia Nord (Aziende sanitarie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, 47,5%) rispetto all’Azienda Usl della Romagna (44%) e all’Area Vasta Emilia Centro (Aziende sanitarie di Ferrara, Bologna, Imola, 35,4%).
In aumento costante anche il numero di donne che durante la gravidanza frequenta un corso di preparazione al parto: il 30,4% nel 2013 (29,3% nel 2012, 26,9% nel 2010).

Il ricorso a tecniche di contenimento del dolore nel parto è avvenuto nel 78,2% dei casi (75,4% nel 2012, 51,1% nel 2010). In particolare, il 59,4% dei casi è avvenuto con metodi non farmacologici (58,7% nel 2012), il 17,3% con analgesia epidurale (il 15,3% del 2012), l’1,4% con altro tipo di analgesia farmacologica.

I parti cesarei sono stati il 28% del totale (27,9% nel 2012, 29,1% nel 2010).
Il ricorso alle tecniche di procreazione assistita nel 2013 è avvenuto nel 2,4% del totale dei parti (2,2% nel 2012).

Il numero medio di visite in gravidanza è stato 6,7 (dato costante dal 2003). Un numero di visite inferiore a quattro, dato assunto come indicatore di assistenza insufficiente, viene effettuato dal 3,5% delle donne.
In sala parto, nel 92,5% dei casi, la donna ha accanto a sé una persona di fiducia, prevalentemente il padre del bambino (92,3% nel 2012).

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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