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13 Maggio 2016

Meno tosse per tutti

Tempo di lettura: 4 minuti


Il 13 maggio è una data che mi ricordo ogni anno.
Me la ricorderò finché crepo perché in un certo senso è stata l’inizio di questo strano limbo in cui mi trovo ancora, una specie di adolescenza stantia e/o età quasi adulta.
Tutto è iniziato un 13 maggio di 15 anni fa.
Ero ancora troppo piccolo per votare ma – se posso permettermi – devo dire che avevo già la ragione.
Mi ricorderò per sempre la campagna elettorale che, quel 13 maggio 2001, ci consegnò “il governo più longevo della storia della Repubblica Italiana e il secondo dall’Unità d’Italia dopo il governo Mussolini”.
Sarò paranoico ma ‘sta cosa mi mette ancora i brividi.
All’epoca ero in prima superiore ed ero circondato da tanti piccoli berlusconi.
Era una cosa invivibile, tanti piccoli ragazzini mediaset che forse dovrei ringraziare per avermi aperto gli occhi su tante cose.

Brano: “Weird At My School” dei Pixies
Brano: “Weird At My School” dei Pixies

Una su tutte: la sinistra è molle.
O almeno, nel 2001 lo era in un modo tutto particolare.
Se qualcuno se lo fosse dimenticato lo dico io: RUTELLI, DIO SANTO.
Si può mandare uno come Rutelli a fronteggiare quel mostruoso Pokémon che andava avanti a colpi di “Contratto con gli Italiani”, “Meno tasse per tutti” e via sparando?
Ero in imbarazzo persino io, ragazzino inesperto ma già minimamente consapevole e vessato dai compagni di classe perché guardavo “Blob” tutte le sere.
Lo posso dire forte e chiaro: Berlusconi mi ha rubato l’adolescenza e non penso l’abbia rubata solo a me.
La mia generazione fa abbastanza cacca e fa abbastanza cacca anche a causa di quella cacca lì del 2001.
Da quel 13 maggio del 2001 iniziai a trasformarmi in un musone cronico.
Fortunatamente, l’anno successivo mi regalarono una chitarra elettrica e tutto fu più sopportabile.
Posso dire di essere tornato a comportarmi da essere umano solo dopo aver ascoltato per la prima volta i Pixies, nel 2007 circa.
Nel frattempo il Governo Berlusconi II era finito.
Ma poi ne era arrivato un terzo.
E da lì non c’ho più capito una cippa.
Se guardo indietro adesso vedo solo dei flash confusissimi.
Mi ricordo quella “battuta del kapo” a Schulz, Frattini che compra un Rolex finto in Cina, la statuetta del Duomo che finisce in faccia a Berlusconi.
Tutto senza un filo logico.
Alla fine ho smesso di cercare un filo logico in tutto ‘sto casino ma ho ancora gli incubi.
Tutta quella merda mi aveva fatto scivolare in uno strano trip monastico/anticonsumista quasi paleocristiano.
Una specie di “Daydream Nightmare” culminato nel mio periodo straight-edge.
Grazie a Dio nel frattempo con la chitarra andava sempre meglio, avevo un gruppo e avevo pure iniziato a scrivere le mie canzoncine, canzoncine da cui tutta quella cacca comunque usciva.
Ma guardiamo il lato positivo.
Potrà suonare strano ma alla fine non ho mai provato la cocaina grazie a Berlusconi.
Sarò pazzo ma avevo paura di diventare uguale alla gentaglia che vedevo in quelle sue televisioni.
E a distanza di anni continuo a pensare che la cocaina sia roba per milanesi e/o gente simile.
Come dice Mark Arm dei Mudhoney:
Cocaine is the worst drug there is. It’s totally disappointing. It’s a big tease that takes you nowhere. People on it are the most irritating people out there. At least junkies shut up and go to sleep.
Non fa una piega.
Quindi lo dico: grazie, Berlusconi.
Nel momento in cui scrivo ho comunque la tosse al cervello a fare i conti con tutta ‘sta roba.
Quindi scusate per questo bubbone scritto male ma mi sembrava un esorcismo personale necessario.
Da domani proverò a dimenticarmi del 13 maggio.
Però in questi ultimi anni ho fatto molti progressi, riesco anche guardare Bertinotti su YouTube ridendo da solo.
Ho anche iniziato una nuova raccolta punti, una roba che non facevo dal ’95, quindi mi sto impegnando.
Sono solo 6 punti da spedire in busta chiusa e vinco un bel guanto da forno con il logo della mitica senape ORCO.
Quando avrò il mio guanto da forno tutto andrà benissimo.
Patate al forno per tutti, si inizia una nuova vita.
A ‘sto punto chiuderei ringraziando i Pixies.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

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Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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