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Mercoledì 17 gennaio ore 21.00 FREE FIRE, regia di Ben Wheatley

v.o.sott.ita – ingresso 5 euro

Mercoledì 17 gennaio alle 21.00 al Cinema Boldini sarà proiettato FREE FIRE, di Ben Wheatley, versione originale con sottotitoli italiani.

Presentato in anteprima mondiale l’8 settembre 2016 al Toronto International Film Festival, film di chiusura sia del 60° London Film Festival sia del 34° Torino Film Festival, FREE FIRE è il sesto lungometraggio del regista britannico Ben Wheatley che, dopo aver ampiamente esplorato i generi thriller, drama, horror e black comedy, decide di omaggiare l’exploitation anni Settanta (tra i produttori esecutivi figura anche Martin Scorsese e non a caso), con un risultato assolutamente travolgente. Scritto insieme alla moglie Amy Jump, sua fidata collaboratrice sia nella sceneggiatura che nel montaggio a partire da Kill List (2011), suo secondo film, Free Fire è adrenalina allo stato puro e una gioia per gli occhi nonostante la trama semplice.

Boston, 1978. In un deposito abbandonato, Justine ha organizzato un incontro tra due irlandesi e una gang guidata da Hammer e Evans per la vendita di un carico di armi da fuoco. Ma quando, durante la consegna, vengono sparati dei colpi, comincia un gioco per la sopravvivenza.

Girato in poco più di un mese, non si fa fatica a immaginare che Free Fire sia frutto in realtà di un’attenta progettazione da parte di Wheatley, in cui l’uso dello storyboard ha avuto un ruolo preponderante. Non c’è un dettaglio fuori posto, ogni particolare pare derivi da un’attentissima e maniacale attenzione verso ogni minuzia.

Il regista inglese ha messo assieme un cast notevolissimo (da Cillian Murphy a Brie Larson, passando per Armie Hammer, Sharlto Copley, Michael Smiley e molti altri) per interpretare un gruppo di personaggi ognuno con personalità e caratteristiche ben definite, ma mai troppo stereotipate.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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