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da: ufficio stampa Fidapa Ferrara

Mercoledì 4 novembre 2015, presso il Ristorante “Dogana” a Ferrara, si è tenuta la cerimonia di apertura del biennio sociale 2015/2017, F.I.D.A.P.A Bpw Italy ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) Sezione di Ferrara, preceduta dallo scambio di consegne fra la presidente uscente Maria Grazia Suttina e la presidente entrante Susanna Benetti. Nel suo discorso introduttivo, la nuova presidente ha tracciato le linee di indirizzo della programmazione associativa del prossimo biennio, indicando alle socie il valore della partecipazione e dell’impegno individuale, consapevole che la vera forza di una Sezione può esprimersi soltanto attraverso la valorizzazione della specificità e delle competenze di ciascuna. Nella primavera del 2017, cadrà il ventesimo anniversario della Fondazione della Sezione, momento di bilancio, a ritroso, della vita associativa di questi anni. Allo scopo sarà costituito un gruppo di lavoro, col compito di realizzare una pubblicazione atta a ripercorrere le tappe che hanno segnato le presidenze, fin qui succedutesi, e un tempo in cui si è sentita, anche a Ferrara, la volontà di fondare un’Associazione che si rivolgesse alle donne nel sociale e nelle professioni.
A seguire, Vittoria Benetti e Raffaella Scolozzi, socie Fidapa, autrici di alcuni capitoli del libro presentato dall’Associazione De Humanitate Sanctae Annae “Il silenzio e la cura. Vite di medici e cittadini ferraresi nelle Grandi Guerre del Novecento”, Faust Edizioni- collana Historiando, hanno illustrato, in un breve intervento, il contenuto del loro contributo all’opera: unica pubblicazione ferrarese rientrante nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri: 440 pagine, 36 autori, 43 contributi, 64 immagini rare o inedite, 19 patrocinatori tra i quali il Comune di Ferrara, l’Università degli Studi di Ferrara.
Nel suo contributo, Raffaella Scolozzi, tratta “Il ruolo delle donne ferraresi durante le due guerre mondiali”; riconosce le donne come compartecipi della lotta e del dolore e combattenti anch’esse se pur con altre armi. Esse si prodigarono in azioni di primo soccorso, sostituirono gli uomini negli uffici e nelle aziende, si occuparono, attraverso le organizzazioni femminili, della raccolta, della confezione e della distribuzione ai bisognosi di biancheria. La ricostruzione attenta della storia delle donne, per molti anni taciuta o dimenticata.
La ricerca di Vittoria Benetti si incentra sulla biografia di due donne che, rispettivamente, negli anni del primo e del secondo conflitto mondiale, hanno dedicato la loro opera all’infanzia. Due i capitoli che portano la sua firma: il primo dedicato a “Bianca Merletti Fenini. Un progetto di assistenza all’infanzia negli anni ’20”, il secondo a “Audrey Collett Delfin. Un’inglese a Sabbioncello e la sua dedizione all’infanzia”. La storia di due donne che, nelle necessità della guerra, seppero calarsi nelle maglie della storia per intervenire direttamente sul presente e sul futuro della loro comunità. Nelle parole e nei ricordi le immagini del tempo, l’affanno della vita quotidiana, la forza per fronteggiare la paura, i bombardamenti, la durezza del dolore e della morte. Nel dopoguerra, l’indigenza materiale dell’infanzia, le malattie che ne minarono la sopravvivenza, gli incidenti causati dai residuati bellici abbandonati. Il loro impegno, la loro forza, sono stati, in quegli anni, indispensabili fonti di sostegno alle pressanti necessità della vita di famiglie e di bambini, per i quali, entrambe, favorirono la realizzazione di luoghi di cura e di accoglienza.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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