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Da Coldiretti

Coldiretti: siccità, milioni di danni nei campi con dieci anni di ritardo degli interventi del piano regionale delle acque.

Oltre un terzo della produzione agricole regionale a rischio a causa della siccità e dei mancati interventi che da anni avrebbero dovuto essere realizzati per scongiurare i problemi di annate sempre più siccitose come questa. Per ora il conto dei danni si avvicina ai 250 milioni di euro.

La siccità in Emilia Romagna sta mettendo a rischio più di un terzo della produzione agroalimentare regionale e sono necessari interventi urgenti per rendere subito disponibile l’acqua per i campi dove sono tutte le colture a soffrire in questo che si avvia ad essere uno degli anni più caldi di sempre.

Dal pomodoro al mais, dalla barbabietola ai foraggi, sono le principali colture regionali a vedere drasticamente ridotta la produttività. Produzione in calo anche per grano e frutta, con l’ulteriore problema che i prezzi pagati alla produzione non solo non ripagano le minori quantità raccolte, peraltro di ottima qualità, ma addirittura non ripagano i costi di produzione.

In difficoltà anche gli allevamenti, sia per il minor raccolto di foraggio, sia per il calo della produzione di latte fino al 20% cento in meno causato nelle mucche dal caldo eccessivo.

Anche il territorio della Provincia di Ferrara è stato colpito dalla crisi idrica causata dalla siccità e di conseguenza sono stati ridotti i prelievi di acqua dal Po, anche se al momento solo per alcuni giorni di questa settimana.

La decisione assunta permetterà di mantenere l’obiettivo di conservare la portata del Po sopra a 450 metri cubi al secondo a Pontelagoscuro, soglia di garanzia per le necessità idropotabili del ferrarese.

L’aumento delle temperature estive, gli sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, il più elevato numero di giorni consecutivi con temperature elevate, ma soprattutto la modificazione della distribuzione delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni sono gli effetti dei cambiamenti climatici che – afferma Coldiretti – richiedono interventi strutturali.

Secondo l’organizzazione agricola, in Emilia Romagna i problemi dovuti alla siccità non sono solo frutto del clima ma scaturiscono anche dalla mancata realizzazione di progetti anti-siccità che hanno più di dieci anni. Nel 2005 – ricorda Coldiretti – il Piano regionale di Tutela delle Acque aveva lanciato il censimento delle aree idonee a creare bacini per raccogliere le acque nei periodi piovosi ed erano state individuate cave e casse di espansione da utilizzare come depositi di acqua per far fronte nei periodi siccitosi ai cali di portata dei fiumi, in particolare del Po da cui deriva il 70% dell’acqua utilizzata per l’irrigazione nella nostra regione.

Il censimento è restato di fatto lettera morta e così stiamo pagando caro i ritardi della realizzazione del piano. Non è più possibile – conclude Coldiretti – continuare a parlare sempre di emergenza: dobbiamo essere capaci di prevenire realizzando gli interventi per accumulare le acque che il cielo ci manda nei periodi di pioggia.

Sino ad ora la Regione ha dovuto stanziare 8,5 milioni di euro per contenere i danni dovuti allo stato di emergenza siccità già dichiarato nei mesi scorsi dall’Emilia Romagna, oltre alla decisione di riaprire le assegnazioni di gasolio per le aziende agricole, in modo da permettere di avere carburante in più per alimentare i sistemi di irrigazione dei campi e permettere le altre lavorazioni.

Coldiretti Ferrara pur apprezzando il provvedimento sulle ulteriori concessioni di gasolio ad accisa agevolata, rileva che si tratta di mezzi solamente volti a tamponare le situazioni di emergenza.

Anche nel nostro territorio (di Terra ed Acqua…) è tempo ormai di ripensare alle modalità di gestione del fattore acqua, a partire dai consorzi di bonifica. La siccità è diventata ordinaria anche di Ferrara. Di fronte alla tropicalizzazione del clima dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi, con interventi strutturali. Occorrono misure di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, attraverso opere infrastrutturali, creando bacini aziendali ed interaziendali, utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua. Di fronte all’evidenza del cambiamento climatico in atto devono essere intraprese strade nuove per governare gli effetti di questi fenomeni, salvaguardando così il nostro territorio e la nostra agricoltura. Sono questi i progetti di intervento che Coldiretti sostiene e sta portando avanti nel dialogo con il consorzio di bonifica perché vengano messe in atto le attività di prevenzione delle crisi idriche dovute alla siccità, in modo tale da portare il sistema idropotabile ferrarese a livelli di efficienza anche nei periodi estivi, sia per l’uso agricolo sia per l’uso domestico, in accordo con linee del piano acque regionale.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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