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Ebbene sì, i mondiali in Qatar del 2022 si giocheranno in inverno: questa la decisione presa dai “paperoni del calcio”. La Fifa, organo istituzionale che dirige il futuro del calcio mondiale, ha stabilito che in quell’occasione le partite si giocheranno a partire da novembre e che la finale si terrà il 18 dicembre, giorno che ricorda l’indipendenza dello stato asiatico.
La decisione ha suscitato parecchie polemiche sia fra le federazioni dei vari Paesi, sia dai milioni di tifosi che in tutto il mondo si appresteranno a guardare, con stupore, una competizione che da sempre accomuna calcio, temperature calde e passione all’aria aperta. Per i più romantici, un vero colpo al cuore. Ma andiamo con ordine.
La candidatura del Qatar come Paese ospitante alla 22sima edizione dei campionati mondiali di calcio venne captata dall’opinione pubblica (e non) come manovra poco trasparente da parte del presidente in carica, Josip Blatter. Il sospetto avanzato dai detrattori era quello, e lo è tutt’ora, di aver pilotato le elezioni favorendo tale designazione a discapito di Paesi più attrezzati, con infrastrutture già esistenti e con temperature estive che avrebbero facilitato lo svolgersi di una manifestazione che fa dello spettacolo la sua arma migliore. Il tutto, senza considerare che in Qatar le temperature estive possono arrivare a 50°C con valori di umidità altissimi. Da qui, il colpo di genio: giocare in inverno. Alla faccia di chi ha sempre guardato i mondiali con una birra in mano, all’aperto, insieme a tanti suoi connazionali presi dall’entusiasmo di una delle poche manifestazioni che ancora riesci a far sentire noi italiani un’unica grande nazione.
Nel 2022 no, non sorseggeremo più la nostra amata birra, non potremo più stare all’aperto nelle meravigliose piazze italiane a godere tutti assieme delle avventure della nostra nazionale, non potremo più indossare le maniche corte e condensare quella spensieratezza tipica del periodo estivo con la passione che da sempre il popolo italiano ha manifestato nei confronti di questo sport; ecco allora i cambi, come nelle migliori partite: una bella tazza di cioccolata calda, ampi spazi al chiuso dove far diventare “caldo” l’ambiente e dove patire e gioire per le gesta degli “azzurri” e poi giacconi pesanti e magari, nell’intervallo, una bella partita a palle di neve, giusto per entrare in clima natalizio visto che esattamente una settimana dopo sarà Natale. Signor Blatter, è vero che nella ricorrenza siamo tutti più buoni e che i regali piacciono a tutti, ma questa è un pacchetto avvelenato…
Di una cosa sono certo: il calcio riuscirà comunque a scaldare i cuori e le anime di milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo ancora una volta, anche se probabilmente sciarpa, guanti e cappello ci saranno d’aiuto.

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Alessio Pugliese


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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