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Da Ferrara Off

Mondovisioni torna a Ferrara: i documentari di Internazionale, presentati lo scorso ottobre in occasione della nona edizione del festival, tornano nel capoluogo estense grazie alla rassegna “Tra genti e frontiere, a Ferrara Off”. Le proiezioni, organizzate nello spazio performativo di viale Alfonso I d’Este 13, si terranno ogni venerdì sera alle 21, dal 10 febbraio al 10 marzo.

Cinque appuntamenti da non perdere per approfondire la complessità del tempo presente, le questioni più urgenti e pressanti dell’attualità, dai diritti umani e al cambiamento in corso nel mondo dell’informazione globale.

All’interno dei lavori selezionati da CinAgenzia per Internazionale, sono stati scelti cinque titoli che si potranno eccezionalmente rivedere sul grande schermo. Il 10 febbraio si comincerà con “Alcadessa”, realizzato dal regista Pau Faus in Spagna nel 2016. Racconta l’appassionante percorso di Ada Colau, dall’inizio della sua candidatura con il movimento “Barcelona in comú” fino alla trionfale elezione a sindaca della capitale catalana. La prospettiva proposta da Faus è privata, la cronaca comprende anche spezzoni tratti dal videodiario della stessa Colau e riprese inedite raccolte dal cuore organizzativo della inedita coalizione. Ciò che mostra è la nascita e lo sviluppo di uno straordinario evento politico locale, attraverso il quale si possono leggere questioni più generali. Al centro di “Alcadessa” c’è una vittoria elettorale storica, diventata presto per l’Europa Meridionale il modello del cambiamento possibile, e il conflitto interiore di una persona che si appresta a incarnare il potere che ha sempre messo in discussione.

Seguirà il 17 febbraio “Town on a Wire”, realizzato da Eyal Blachson e Uri Rosenwaks nel 2015 in Israele, dedicato alla vita nella fatiscente città di Lod, dove vivono gomito a gomito signori della droga palestinesi e coloni ortodossi ebrei, dove la povertà ha acuito razzismo, violenza e paura e le faide locali diventano specchio del conflitto nazionale, un microcosmo dove le tensioni interne al Paese si materializzano nel quotidiano, ma dove trova spazio anche il coraggio di chi non rinuncia a sperare nel futuro. Il 24 febbraio sarà dedicato a “Tickling Giants” di Sara Taksler, lavoro americano girato nel 2016 per descrivere l’originale parabola umana e professionale di Bassem Youssef, cardiochirurgo che durante la Primavera Araba egiziana decise di abbandonare il suo mestiere e diventare un comico, utilizzare l’ironia contro il potere di Mubarak e dei Fratelli Musulmani. Il 3 marzo si proietterà “The Girl who saved my Life”, produzione svedese firmata Hogir Hirori: il regista nel 2016 ha voluto tornare nella sua terra natale, il Kurdistan iracheno, per documentare il destino di un milione e mezzo di profughi in fuga dall’Isis. L’incontro casuale con la piccola Souad è stato la sua bussola, fondamentle per orientarsi nel caos della guerra, muoversi lungo i confini dello Stato Islamico ed entrare per primo nei territori liberati dalle forze curde. Infine il 10 marzo si chiuderà con “Among the Believers”, di Mohammed Ali Naqvi e Hemal Trivedi, coproduzione del 2015 che coinvolge USA, Pakistan e India, dedicata a tratteggiare il ritratto del leader religioso Abdul Aziz Ghazi, sostenitore dell’Isis e dei talebani, che sogna di imporre in Pakistan una rigida versione della Sharia.

Patrocinato dal Comune di Ferrara, “Mondovisioni – i documentari di Internazionale. Tra genti e frontiere, a Ferrara Off” è un progetto di Agire Sociale, gruppo giovani di Amnesty International Ferrara, Cgil, Cittadini del mondo, Emmaus, Ferrara Off, Ibo, Intercultura, Movimento Nonviolento, Parrocchia Santa Francesca Romana, Pax Christi, Segnidipace.

Tutte le proiezioni si svolgeranno in lingua originale con sottotitoli in italiano. L’ingresso al singolo spettacolo costerà 2,50 euro, l’abbonamento all’intero ciclo 10 euro. Per informazioni scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360.

Alcadessa film 1 Alcadessa film 2 Alcadessa locandina

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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