Skip to main content
19 Giugno 2014

Mostruosità contemporanee

Tempo di lettura: 3 minuti


Nella posizione etica e professionale in cui mi trovo non posso non commentare la terrificante tragedia avvenuta qualche giorno fa vicino a Milano. Una donna e due bambini uccisi ferocemente dal loro padre, marito della donna, perché di ‘intralcio’ al corteggiamento di un’altra donna.
E’ facile cadere in semplificazioni legate all’uso di categorie onnicomprensive, evocate su molti quotidiani.  In questi casi i media fanno ricorso ad ogni tipo di ‘malattia mentale’, all’incapacità di intendere e di volere dell’omicida o ad un suo “raptus”. Le angosce dell’uomo contemporaneo, cresciuto nel mito dell’eterna giovinezza garantita dall’avvento della chimica, in un mercato che presenta la morte, le malattie e la vecchiaia come eventi procrastinabili, produce la richiesta insistente della ‘garanzia di follia’ rispetto a simili gesti altrimenti difficilmente comprensibili.  Ciò che può uccidere, oggi, è controllabile. Con le analisi del colesterolo, con la mappatura genetica, con gli screening di massa. Lo sono le polveri sottili, gli uragani, le onde elettromagnetiche, ma non la mano dell’uomo. Si è chiesto vanamente alla psicologia e alla psichiatria di convalidare il tranquillizzante senso comune che vuole il “male” spesso collocato nell’altro.
Il gesto estremo di quest’uomo fa invece presupporre che alla base ci sia una struttura perversa di personalità. Il perverso, secondo la lezione dello psicoanalista Jacques Lacan, può diventare una macchina, un automa capace di perseguire un obbiettivo a qualunque costo. Nella logica del perverso, qualsiasi cosa può diventare un ostacolo al perseguimento del suo fine: siano essi beni materiali, cose, uomini. E di ciascuno di essi ci si può sbarazzare in maniera sbrigativa, con una ferocia banale, metodica e studiata.
Potremmo definire ciò che è accaduto un omicidio della banalità. Hannah Arendt nell’analizzare la ‘banalità del male’ mostra quello che la psicoanalisi mette bene in luce: la totale assenza di senso di colpa, di Super Io. Il perverso non ha null’altra morale che il proprio disegno, il proprio scopo, e in nome di questo ritiene logico e normale mettere in atto ogni azione che possa farlo giungere all’obbiettivo. La sua capacità di assolversi è la cifra che lo caratterizza, testimoniata da come riesce a vivere i momenti dopo l’omicidio: andando a vedere la partita, scendendo in piazza e incolpando qualcun altro per distogliere l’attenzione da lui successivamente mettendo in scena una rapina. C’è da credere che l’omicida abbia realmente esultato ai gol di Marchisio e Balotelli. In quest’uomo la sensazione di malessere che si prova quando si commette qualcosa di sbagliato manca completamente, non c’è alcun senso di colpa appunto. Il suo solo limite è incappare nella legge, la sola capace di fermarlo nel suo illimitato bisogno di raggiungere quel che vuole senza il fastidio del limite. A tal proposito alcuni serial killer affermano che se non fossero stati fermati avrebbero continuato all’infinito. Per il perverso l’oggetto, in quanto tale è intercambiabile. Ecco allora che ‘volendo un’altra donna’, vi era la necessità di togliere  di mezzo l’ostacolo, rappresentato in questo caso oltre che dalla moglie, anche dai figli. Si può presumere che la frase scatenante pronunciata dall’altra donna sia stata: “non ne voglio sapere, hai una famiglia!”. E da lì l’obbiettivo principale che ha guidato la terrificante azione: l’eliminazione dell’ostacolo, la famiglia intera appunto.
Di fronte a simili tragedie è difficile accettare che tale violenza omicida sia stata compiuta da un nostro simile, un uomo sino a quel momento normale. Uccidere senza un ‘vizio’ di mente non può appartenere al senso comune senza spaventare. Si deve individuare una torsione dell’animo, una turba della psiche, insomma, qualcosa che ci permetta di non scorgere nell’omicida quella normalità che fa parte di noi.
Episodi come questo ci costringono a fare i conti con un’inaccettabile realtà: ci si uccide tra simili, in modo abbastanza naturale e  non prevedibile. Per denaro, per invidia. Inoltre, simili tragedie fanno riflettere sulla difficoltà odierna di dare valore alla vita, di riflettere sulla conseguenza delle proprie azioni e sull’incapacità di autocontrollo. Purtroppo è un caso estremo di una tendenza che esiste nella nostra società e non un episodio isolato. Per questi motivi si rende necessario e indispensabile un lavoro di sensibilizzazione nelle scuole e di educazione alle emozioni a partire dall’infanzia per crescere adulti in grado di esprimere e padroneggiare i propri sentimenti in modo civile e non dannoso a sé e agli altri.

Chiara Baratelli, psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.
baratellichiara@gmail.com

tag:

Chiara Baratelli

È psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it