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“Quando avevo 8 anni i miei genitori mi hanno regalato una batteria. Suonavo, picchiavo, rompevo così tanto, che un giorno la batteria è sparita: i miei hanno detto che erano venuti i ladri. In realtà (sorride) l’avevano messa in cantina perché facevo troppo casino”. Così il cantautore Enrico Cortellino – in arte Cortex – si è avvicinato alla musica. “Poi per fortuna alle superiori, quando sono stato promosso, mi hanno regalato una chitarra. È iniziata così la mia avventura con un gruppo demenziale e una passione folle per il rock”. Cortex è ‘fuori’, ho pensato la prima volta che l’ho visto: in effetti Cortex è ‘fuori’ dagli schemi, ‘fuori’ dalle definizioni. Ma ‘dentro’ la vita.

Una vita che sa raccontare con autoironia, con leggerezza e al tempo stesso con professionalità e profondità. L’occhio ‘magnetico’ di Cortex – nel logo che si è scelto e dissemina con i suoi adesivi lungo tutto la penisola – mi osserva da un po’, a volte mi inquieta, ma mi ricorda quel suo sguardo originale sulle cose, disincantato e libero, provocatorio. Come le sue canzoni. E basta passeggiare un po’ su YouTube, tra i video esilaranti di Cortex – da ‘Capitano tutte a me’ a ‘Complicare’ – per farsi un’idea di questo artista che sa dire cose importanti, ma sa anche prendersi in giro, ridere del mondo che ci circonda e di se stesso. ‘Miseria e libertà’ è il suo ultimo lavoro: è stato registrato a Trieste da Cortex con l’aiuto di Abba-Zabba e mixato a Torino ai M.a.m. studio da Riccardo Parravicini, tranne l’ultima canzone ‘Amo un popolo presente’ mixata da Federico Altamura al S.a.e. Institute di Milano; nel disco gli strumenti sono suonati da Cortex e c’è un featuring con Alberto Bianco che sbuca come ospite nella prima canzone del disco. Tutte le canzoni sono state scritte da Enrico Cortellino tranne la già citata ‘Amo un popolo presente’, scritta assieme a Paola Cacchio, e ‘Cantautore mi fai pena’ scritta da Andrea Sambucco.

Cortex è un cantautore che descrive la realtà dei nostri giorni come un visionario, è un sognatore disilluso che stuzzica e punge la sensibilità del pubblico su temi scottanti ed attuali, nel suo show coinvolge spesso il pubblico a reagire, a non restare solamente fermo a guardare il concerto – si legge in una recensione on line -. Cortex si presenta solo sul palco: ha una chitarra elettrica ed una stomp-box lo-fi che usa come una batteria, un fischio, due armoniche ed una voce. E questa la sua formula per affrontare i live. In studio usa principalmente amplificatori valvolari, chitarre vintage, pianoforti acustici e registratori a nastro”. Grandi occhi espressivi sotto una montatura nera rettangolare – per squadrare la realtà -, Cortex ci accoglie con un sorriso spontaneo e con un’irresistibile carica vitale.

Chi è Cortex?
Cortex è lo pseudonimo di un progetto musicale, è un personaggio creato ed interpretato da me, per cantare la decadenza dei valori del mondo moderno. Scrivo canzoni fin da quando ero piccolo. Poi vedendo Kurt Cobain ho cominciato a suonare la chitarra.

Quando è iniziato il tuo progetto musicale?
Il progetto Cortex è nato nel 2007, con l’uscita del primo omonimo disco per l’etichetta udinese Arab Sheep. Nel 2008, suonando al Piper di Roma alla finale del Tourmusicfest, Mogol mi ha notato e premiato per i testi, assegnandomi una borsa di studio per la sua scuola, il Cet. Negli anni seguenti mi sono dedicato ad autoriduzioni sul web e a suonare dal vivo. Nel 2013 è uscito ‘Cinico Romantico’ per Maninalto! Records di Milano, un lavoro grazie al quale sono stato definito “cantatore blues lo-fi”, ottenendo buone critiche dalla stampa dal web e dalle radio; ad ottobre 2013 sono stato proclamato “artista della settimana” da MTV New Generation.

‘Cinico Romantico’ è un album sorprendente: minimale, con pochi strumenti (una chitarra jazz spesso e volentieri distorta, pianoforte, armonica e, in due tracce, la batteria suonata da Francesco Valente de Il Teatro Degli Orrori), ma allo stesso tempo denso, avvolto da una patina lo-fi, indie/blues.Cosa è accaduto dopo questo tuo lavoro?
Nel 2014 ho suonato prima di Tonino Carotone e all’after party del concerto di Manu Chao; a settembre ho ricevuto il premio Superstage al Mei di Faenza come miglior artista emergente dell’anno.
Nel 2015 ho registrato il mio terzo album e sono stato scelto, assieme ad altri 10 artisti italiani, da Irmarecords in collaborazione con radiocoop per far parte della collana ‘Mi sento indie’, distribuita in tutta Italia.

Nel 2016 poi hai ricevuto un altro riconoscimento da Mogol come miglior artista indipendente all’anteprima della Festa della Musica, aggiudicandoti una seconda borsa di studio. Il 2016 è stato un anno da ricordare…
Sì, l’anno scorso ho vinto il premio per la migliore esecuzione della cover de ‘Il poeta’ di Bruno Lauzi e ho aperto il concerto di Daniele Silvestri al Mei di Faenza.

Hanno scritto che nella tua musica riecheggiano voci di grandi, come quella di Ivan Graziani, Lucio Battisti, Mino Reitano. A chi ti ispiri quando scrivi e canti?
A Bruno Lauzi, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Domenico Modugno, Lucio Battisti, Lucio Dalla, Franco Battiato. 
Unconventional, direbbero gli inglesi.

E in effetti nella tua musica si respira un mix perfetto di poesia e rock, di suoni puliti e graffianti, oltre ad una vena di blues. Che cos’è per te la musica?
La voce dell’anima. È emotività che vibra.

Com’è Cortex nella vita di ogni giorno?
Eclettico, romantico, altruista. È uno che sta sempre dalla parte delle minoranze, degli oppressi.

E cos’è per te la vita?
Un viaggio. Non so dove porta, ma so che arricchirà la mia anima.

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Eleonora Rossi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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