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da: Circolo culturale Amici della Musica “Girolamo Frescobaldi” – Ferrara

SOSTITUZIONE CONCERTO!!! Per improvvisa indisposizione della cantante brasiliana Daniella Firpo il suo concerto in programma a Musica Marfisa per venerdì 24 luglio 2015 ore 21,30 verrà sostituito dal seguente concerto di Silvia Donati & Giancarlo Bianchetti

Stasera (venerdì 24 luglio 2015, ndr) alle 21,30 il jazz di ispirazione latino-americana è di scena a “Musica a Marfisa d’Este”, rassegna organizzata dal Circolo Frescobaldi con la collaborazione dei Civici Musei d’Arte Antica presso la Palazzina di Corso Giovecca 170: saranno in pedana la cantante Silvia Donati accompagnata dal chitarrista Giancarlo Bianchetti. L’ingresso è a offerta libera pro Ant di Ferrara.
La Donati e Giancarlo Bianchetti collaborano da oltre 20 anni durante i quali hanno avuto modo di sperimentare comuni esperienze nell’ambito della musica brasiliana e del jazz. Vasto è quindi il repertorio dal quale i due artisti attingono: brani originali, classici del jazz, autori brasiliani come Chico Buarque de Hollanda, Toninho Horta, Joao Bosco, Carlos Jobim, il tutto rivisitato con grande libertà di espressione.
Silvia Donati è nata a Bologna, ha studiato con la cantante gospel Laverne Jackson, approdando al jazz attraverso la partecipazione ad alcuni workshop: Barry Harris, Art Taylor, Rachel Gould, Horace Parlan, Michele Hendricks. Ha fatto parte del quintetto di Marcello Tonolo ‘Music on Poetry’ (con Pietro Tonolo, Franco Testa, Alfred Kramer) con il quale ha inciso i CD “Days” e “Seed journey”, composizioni originali scritte rispettivamente su poesie di Philip Larkin e Gregory Corso.
Giancarlo Bianchetti si è diplomato a pieni voti in chitarra presso il Conservatorio “G.Frescobaldi” di Ferrara con il M°Leonardo De Angelis, studiando parallelamente chitarra jazz e armonia funzionale col M°Antonio Cavicchi. Dai primi anni novanta svolge intensa attività concertistica che lo porta a incontrare e suonare con musicisti come Carlo Atti (jazz al Capolinea) Jack Walrath e Tony Castellano (JazzIvrea ’91), Steve Grossman, Tony Scott, Marco Tamburini (Umbria Jazz ’93 in trio con Paolo Ghetti), Ares Tavolazzi, Sandro Gibellini, Piero Odorici, Pietro e Marcello Tonolo, Luciano Milanese, Tullio De Piscopo, i fratelli Pingone.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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