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SPESA PER CIBO SUPERA VIAGGI, 2 SU 3 CUCINANO IN CASA CON SPECIALITÀ LOCALI

Per il secondo anno consecutivo, nelle famiglie emiliano romagnole la spesa per il cibo delle feste natalizie supererà quello dei viaggi. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna sulla base di elaborazioni dei dati Deloitte sui consumi delle prossime festività natalizie, dai quali emerge che cibo e bevande, con 300 milioni di euro, rappresenteranno il 25% della spesa, una percentuale che colloca l’enogastronomia al secondo posto dopo i regali (40%) e subito prima dei viaggi (23,8%). Un dato che conferma la preferenza del buon cibo tra i consumatori della nostra regione, ma anche il rallentamento dei viaggi a causa delle tensioni internazionali.

In occasione della presentazione a Bologna dei primi panettone e pandoro con grano “Giorgione” 100 per cento Italiano, venduto in piazza Re Enzo per raccogliere fondi per Fanep, l’associazione delle Famiglie di Neurologia pediatrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Coldiretti Emilia Romagna ha presentato le stime sui consumi natalizi. Due emiliano romagnoli su tre – informa Coldiretti Emilia Romagna – per il pranzo di Natale sceglieranno la location casalinga, preferendo per il menu specialità locali. In testa alle scelte, con un consumo di 2.500 tonnellate, c’è la pasta tipica del territorio, “tirata” a mano (tortellini, cappelletti, anolini, passatelli, lasagne in testa), in larga parte (65%) acquistata nei negozi di sfogline o nei ristoranti organizzati per conto terzi, il cui numero nelle principali città emiliano romagnole – ricorda Coldiretti regionale – negli ultimi dieci anni è raddoppiato.

Subito dopo la pasta, nel menu delle feste regneranno, con 850 tonnellate, cotechino e zampone, due prodotti Igp che compariranno anche su molte tavole al di fuori della regione. Prodotti a denominazione d’origine – informa Coldiretti Emilia Romagna – saranno anche negli antipasti con preferenze per il Culatello, i prosciutti di Parma e di Modena, i salumi di Piacenza (pancetta, coppa e salame). Tra i dolci, il panettone e il pandoro hanno ancora la preminenza, ma avranno spazio anche le specialità locali come il Pampepato Igp di Ferrara e il Panone di Natale e il Certosino a Bologna, la Spongata a Parma. Per i vini, la preferenza va a quelli nazionali, compreso lo spumante che viene preferito allo champagne.

Il ritorno in cucina – afferma Coldiretti regionale – spinge verso una scelta attenta degli ingredienti, con la ricerca di materie prime fresche e genuine, che ha portato ad un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini degli agricoltori dove – secondo Coldiretti regionale –faranno la spesa di Natale un emiliano romagnolo su cinque. La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. L’acquisto diretto dal produttore – sottolinea ancora Coldiretti regionale – garantisce il miglior rapporto prezzo/qualità, con il taglio delle intermediazioni, ma è anche la garanzia del legame con il territorio. In Emilia Romagna, grazie alla rete di Campagna Amica si contano oltre mille punti di vendita diretta dei produttori agricoli tra aziende, botteghe e mercati, rintracciabili con un semplice click sul sito www.campagnamica.it, dove è possibile individuare i punti vendita per regione, provincia e comune e selezionare anche le categorie di prodotti desiderati.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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