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Da: Yellow Circle

Natale Solidale: donati quasi duemila euro alla Croce Rossa di Comacchio
Ottimo risultato dell’iniziativa di solidarietà organizzata dal Centro commerciale Le Valli di
Comacchio con la collaborazione dei bambini delle scuole del territorio

COMACCHIO (FE) – Successo per l’iniziativa “Natale Solidale”, organizzata dal centro
commerciale Le Valli di Comacchio. Grazie all’impegno dei bambini delle scuole primarie del
territorio che hanno decorato le palline di Natale per il grande albero “solidale” e una donazione del
Centro stesso sono stati raccolto quasi duemila euro che sono stati già consegnati alla Croce
Rossa di Comacchio.
Un risultato importante per due ottime ragioni: il coinvolgimento dei bambini che hanno potuto
comprendere il valore della solidarietà e del donare, soprattutto in un periodo come quello natalizio
e la generosità delle persone che hanno donato, scegliendo una pallina decorata da appendere
all’albero, per sostenere una delle più importanti e stimate associazioni del nostro paese.
Grande soddisfazione anche da parte degli organizzatori che per il terzo anno consecutivo hanno
deciso di organizzare e sostenere un’iniziativa di solidarietà che ha l’obiettivo di coinvolgere
un intero territorio, partendo proprio dai più piccoli e dalla loro volontà di impegnarsi per sostenere
qualcosa di importante. Durante i laboratori creativi organizzati per decorare le palline, infatti, i
bambini hanno potuto conoscere i volontari della Croce Rossa e hanno visto direttamente
che il loro impegno era premiato dalle persone che si fermavano per prendere le loro palline
e fare un gesto di solidarietà.
Un impegno che è stato inoltre premiato, in maniera concreta, dal centro commerciale che ha donato
alle classi delle scuole del territorio che hanno decorato più palline, un buono di 400 euro per
acquistare materiale scolastico. I “vincitori” – anche se il Centro ha precisato che tutti i bambini
che hanno partecipato hanno comunque vinto – sono: 1ͣ A della scuola primaria di San Giuseppe di
Comacchio; 1ͣ A della scuola primaria di Lido degli Estensi; 2ͣ A e 2ͣ B (a parimerito) della scuola
primaria di Porto Garibaldi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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