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L’altra sera chi ha salito le scale del cinema Boldini, si è trovato davanti un muro di persone. Non era la coda per il film, ma il pubblico che assisteva al primo spettacolo di danza ospitato nell’atrio della sala d’essai.
La danzatrice era Elisa Mucchi e il balletto Piccola Opera Umana.
“E’ la prima volta – spiega Alice Bolognesi, responsabile attività cinema dell’Arci – che una performance viene costruita e legata ad un film, e proposta in questo luogo”.

Il film è il documentario di Ivan Gergolet “Dancing with Maria”, proiettato dopo la performance. Protagonista della storia è Maria Fux, la straordinaria ballerina argentina, 93 anni, ideatrice di un metodo commovente e poetico di danzaterapia. Nei suoi corsi ballano insieme ragazzi down, persone non vedenti e diversamente abili, oltre a professionisti, come l’italiana Martina. “Dancing with Maria” è stato l’unico film italiano e il primo documentario in concorso alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia dello scorso anno.

danza-maria-fux-cinema-boldini
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Come mai avete deciso di proiettare questo documentario?
Aveva ricevuto ottime recensioni – racconta Bolognesi – conosco personalmente la distribuzione con cui avevamo già lavorato in occasione del Festival di Internazionale. Quando ho visto il film, ho pensato potesse interessare anche al nostro pubblico. Il mercoledì cerchiamo sempre di proporre pellicole di qualità che difficilmente trovano spazio nella normale distribuzione cinematografica.

Come vi è venuta l’idea di far precedere la proiezione da un evento live?
Avevamo visto – prosegue Bolognesi – che nelle altre città in cui veniva proiettato il film erano stati organizzati flash mob e allora abbiamo pensato di realizzare qualcosa di specifico anche a Ferrara. Ultimamente vengono spesso realizzati eventi collegati alle proiezioni, forse un modo per avvicinare nuovo pubblico o semplicemente per offrire un valore aggiunto alla proiezione. A noi l’idea piace molto, anche perché consente di collaborare con altre realtà e creare nuove sinergie. In questo caso si è trattato del teatro Ferrara Off. Ma non solo, visto che come sempre abbiamo ricevuto un grande aiuto da parte del Teatro Comunale Claudio Abbado anche per la promozione della serata.

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Come è nata la collaborazione con la danzatrice Elisa Mucchi?
Conosco Elisa da dieci anni, ho pensato subito a lei. È un artista capace e sensibile, sapevo che sarebbe stata la persona giusta. Quando l’ho chiamata, ha accettato subito, dicendo che per lei sarebbe stato un onore danzare prima di un documentario sul percorso di Maria Fux. Da lì abbiamo iniziato a ragionare sul tipo di evento da realizzare. Elisa mi ha detto: basta flash mob! Ormai li fanno per qualsiasi cosa! Allora abbiamo deciso di trasformare per un giorno l’atrio del Boldini in una “succursale” di Ferrara Off e di realizzare una lezione di danza.

Dalle 19 alle 20,30, Elisa insieme al ballerino Marco Maretti ha proposto “due uno, uno due _ UNO. Pratiche di ABBRACCIO” una lezione aperta per ballerini di tango, ma non solo. Poi alle 20,45 ha eseguito la performance per accompagnare gli spettatori alla visione del film”.

“Piccola Opera Umana – spiega Mucchi a margine della sua performance – è un progetto che propone di guardare gli esseri che espongono la propria singolarità come si guarda una pianta. Permettersi lo scorrere del movimento, le emozioni, gli impulsi, per tornare ad una originaria fluidità che ci trasporta, che è l’origine da cui proveniamo, essere presenti e viverla fino in fondo, per esprimere la nostra singolarità. Il corpo sa. Ciò che cerco è una dimensione in cui esso possa esprimersi per quello che è, permettendo alla bellezza e alla profondità di riaffiorare. E’ ancora possibile fermarsi ad osservare un corpo nella sua attività o inattività, coglierne la bellezza? Dove sta la bellezza?”.

Una domanda universale, alla quale si può rispondere solo con qualcosa di molto terreno: alla fine della proiezione molti si sono alzati accennando passi di danza. Lì c’era la bellezza.

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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