Skip to main content

Da Organizzatori

Visto che nei giorni scorsi sulla stampa locale si è parlato, per l’ennesima volta e oltretutto a sproposito, dello spostamento di alcune gare del Palio Estense da piazza Ariostea all’Ippodromo cittadino, tirando in ballo il Movimento 5 Stelle di Ferrara (così hanno creduto erroneamente molti cittadini), è venuto il momento di fare chiarezza. Questa proposta è stata sollevata, o per essere più precisi riesumata, da un gruppo di cittadini che si autodefiniscono “5 Stelle” ma che, in realtà, non hanno nulla a che fare con i Portavoce eletti del Movimento 5 Stelle nel Comune di Ferrara e si esprimono quindi a titolo personale e in modo del tutto autoreferenziale e, in questa occasione, anche molto superficiale. Infatti, come risulta evidente dal verbale della seduta del Consiglio comunale dell’11 settembre 2011 (che il gruppo di cittadini sopramenzionato probabilmente ancora ignora), in cui si discusse proprio lo spostamento del Palio all’Ippodromo, ci sono motivi tecnici oggettivi che rendono oltremodo difficoltoso l’utilizzo di quella pista per i cavalli al galoppo, per il semplice fatto che è omologata per le corse al trotto e, senza scendere nei tecnicismi delle perizie tecniche, risulterebbe quindi molto pericolosa per il galoppo, che richiede invece un manto più morbido. Inoltre, per rendere praticabili e fruibili le strutture dell’Ippodromo all’evento del Palio, in quel Consiglio di ormai quasi 6 anni fa furono stimate spese dai 2,5 ai 5 milioni di euro, includendo anche il rifacimento delle tribune (attualmente mal ridotte e in grado di accogliere al massimo 250 persone) per poter accogliere le migliaia di persone (fino a 8 o 9 mila) che possono assieparsi oggi in piazza Ariostea. Con il circuito dell’Ippica nel nostro Paese ormai al collasso, chi avrebbe i soldi e il coraggio di investire milioni di euro per un evento che si svolge una volta all’anno? E senza la speranza di poter utilizzare l’Ippodromo per altre manifestazioni equine e non, in che modo verrebbero ammortizzati i costi? Dal punto di vista della sostenibilità economica sarebbe una follia; dal punto di vista storico, turistico e culturale sarebbe una infelice e inspiegabile incongruenza. Tuttavia, in condizioni di sostenibilità economica e nell’ambito di un (chimerico e velleitario) rilancio in grande stile dell’Ippodromo, saremmo comunque felici di discuterne con la Giunta, le contrade e i cittadini. Riteniamo però, dopo aver chiarito la nostra posizione anche in un incontro ufficiale con il presidente dell’Ente Palio Stefano Di Brindisi, che il Palio, con la corsa dei cavalli e delle asine, possa rimanere in piazza Ariostea ma nel rigoroso rispetto della sicurezza fisica e psicologica degli animali, come stabilito nell’ordinanza del Ministero della Salute sugli equidi (la cosiddetta Ordinanza Martini del 21 luglio 2011 e successive proroghe e modifiche), e nel puro rispetto dei protocolli veterinari, implementati nella nostra città dopo gli incidenti del 2006, che hanno reso il Palio Estense uno dei più sicuri d’Italia. Siamo consapevoli e in parte condividiamo le istanze dei movimenti animalisti che hanno come obiettivo la soppressione degli spettacoli dove si utilizzano animali (circhi inclusi), ma siamo anche coscienti sia del bassissimo livello complessivo di incidentalità nelle corse dei palii (1% secondo le stime del dott. Zanichelli) sia di ciò che rappresenta il Palio, così com’è, per i ferraresi, per la storia e il turismo della Città Estense e per l’immaginario collettivo della nostra Città.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it