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Forza Italia
Gruppo Consiliare

Ferrara, 10.07.2018

Ill.mo Sig. Sindaco del
Comune di Ferrara

La sottoscritta Consigliere Comunale Paola Peruffo INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato:
PREMESSO

che la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio territorialmente competente per la provincia di Ferrara ha recentemente invitato la polizia commerciale del Comune di Ferrara a sanzionare lavagnette e treppiedi con menù, presenti all’esterno dei locali commerciali del centro storico per motivi di ordine e decoro;

CONSIDERATO
che il centro storico di Ferrara vive – purtroppo da anni – in uno stato di profonda sofferenza a fronte della concorrenza di centri commerciali fuori dalle mura cittadine, dai costi fiscali e di affitto spesso non commisurati alle reali potenzialità economiche degli esercizi, da una ztl tra le più estese in assoluto a fronte delle dimensioni della città, dalla forte carenza di parcheggi a strisce bianche, oltre che dall’imminente rincaro della sosta a pagamento già annunciata dalla Giunta comunale,
TENUTO CONTO
che le lavagnette e treppiedi presi di mira dal provvedimento della Soprintendenza costituiscono elementi mobili di piccole dimensioni, quasi sempre di modesto impatti visivo, ma estremamente utili ai commercianti per promuovere i propri prodotti e i servizi di ristoro verso i potenziali clienti, in particolare i turisti in visita alla città;
che, così agendo, a essere danneggiati saranno in particolare i piccoli commercianti, dal momento che gli esercizi più strutturati e i grandi gruppi commerciali, possono far leva su insegne più grandi e arredi interni visivamente d’impatto a fronte di forti investimenti imprenditoriali;
TENUTO ALTRESÌ CONTO
che chi vive regolarmente il cuore storico di Ferrara sa bene che i veri problemi del centro storico, in termini di ordine e decoro, sono ben altri: da insegne commerciali del tutto sproporzionate, ai cassonetti stracolmi, alla vegetazione che cresce indisturbata lungo muri e marciapiedi, a bancarelle posticce per anni collocate di fronte ai principali monumenti cittadini, ai calcinacci pericolanti presso diversi palazzi, oltre a numerosi altri fenomeni che si ripetono regolarmente e che nulla hanno a che vedere con “ordine e decoro”,
TUTTO CIÒ PREMESSO

La sottoscritta Consigliere Comunale INTERPELLA il sig. Sindaco per sapere:

se ha intenzione di attivarsi, attraverso un urgente contatto con i vertici della Soprintendenza competente per il territorio, al fine di supportare le ragioni dei commercianti, ponendo sì regole di decoro, ma non tali da penalizzare gli esercenti privandoli di importantissimi strumenti per la tutela commerciale delle proprie attività;

Con Osservanza

Si richiede risposta scritta

La Consigliere Comunale FI
Dott.ssa Paola Peruffo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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