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C’è un grande parcheggio in pieno centro storico. Anzi, ce ne sono due. Ma pochi lo sanno. Fanno capo entrambi alla Curia arcivescovile.
Il primo sta proprio all’interno del palazzo del vescovo. Si entra da corso Martiri, si transita sotto lo storico portone e si raggiunge il cortile sterrato dove c’è spazio per una trentina di vetture. Il costo dell’abbonamento è di 120 euro mensili, ai quali vanno aggiunti 250 euro di tassa annuale da corrispondere al Comune per ottenere il permesso che consente l’accesso alla Ztl monumentale.

park seminarioL’altro è invece posizionato sul retro della dimora del vescovo; l’ingresso è da via Cairoli. Qui si trovano due ampi cortili divisi fra loro dalla storica sala del Borgonuovo, da tempo inagibile. La capienza è ampia: oltre una cinquantina di auto negli stalli a cielo aperto e un buon numero di posti addizionali nel seminterrato. La gestione in questo caso è del seminario arcivescovile, la spesa è un po’ più alta, di 150 euro mensili, oltre ovviamente alla spesa per il permesso annuale di accesso alla Ztl.
Il costo complessivo per gli utenti varia dunque grossomodo fra i 1.700 e i duemila euro all’anno. La rendita per le casse arcivescovile verosimilmente attorno a 150 mila euro annui, mentre il Comune si deve accontentare di una somma di poco superiore a 20mila euro, come proventi per le licenze di accesso alla Ztl.

Proprio la questione Ztl rappresenta il punto delicato. E’ sensato autorizzare un traffico parassitario di un’ottantina di vetture e oltre che per accedere al parcheggio ogni giorno transitano in una zona, quella monumentale, che andrebbe rigorosamente preservata dal traffico? Il cui prodest appare fin troppo chiaro.

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Redazione di Periscopio

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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