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Da ufficio stampa

Partiranno nei prossimi giorni l’Osservatorio regionale antiviolenza e il Tavolo permanente per le politiche di genere. Confermato anche nel 2018 il bando regionale per i progetti di Enti locali e associazioni. Le iniziative per la Festa della donna

Bologna – Quasi quattro milioni di euro, nel biennio 2017-2018, destinati alle politiche di genere e al contrasto alla violenza contro le donne e all’istituzione dell’Osservatorio regionale antiviolenza e del Tavolo permanente per le politiche di genere.

La Regione celebra l’8 marzo con un impegno, anche economico, senza precedenti per sostenere e rafforzare il percorso a tutela della parità tra uomini e donne.
I fondi, nazionali e regionali, verranno impiegati sia per finanziare centri antiviolenza e case rifugio già operativi, sia per le nuove strutture che verranno realizzate in aree che attualmente ne sono prive. Confermato anche il bando regionale per sostenere i progetti di Enti e associazioni per promuovere le pari opportunità e contrastare discriminazioni e violenza.

“Fondi importanti e strumenti nuovi sono la nostra risposta a un’emergenza sociale che stiamo affrontando a 360 gradi”, ha spiegato oggi l’assessora alle Pari opportunità, Emma Petitti, in conferenza stampa. “Il nostro impegno costante, che vede la collaborazione di tutta la rete socio-assistenziale, ha fatto della nostra Regione un modello nazionale. Siamo quindi convinti di essere sulla strada giusta e su questa proseguiremo, per non lasciare sola nessuna donna”.
“Anche in occasione dello lo sciopero indetto per l’8 marzo daremo ovviamente tutto l’ascolto a chi manifesterà per poter intervenire al meglio con la nostra azione politica e rispondere alle richieste delle nostre concittadine. Un ascolto che negli anni non è mai mancato, come dimostra la preziosa collaborazione tra la Regione e tutta la rete socio-assistenziale. Questo perché siamo convinti che la violenza contro le donne non sia un problema che riguarda pochi, ma un’emergenza sociale e culturale che riguarda tutti”.

E’ infatti anche con l’adozione di nuovi strumenti che si concretizza la tutela delle donne: nei prossimi giorni, per la prima volta, sarà formalizzata l’istituzione dell’Osservatorio antiviolenza e del Tavolo permanente per le politiche di genere.

Molto positivo, secondo l’assessore, il bilancio del lavoro svolto dalla rete dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna che, con la loro attività costituiscono un punto di forza nella lotta alla violenza contro le donne e nella tutela delle vittime. Nel 2016 sono state 3431 le donne che si sono rivolte ai Centri e 225 quelle ospitate nelle strutture.
Da ricordare poi un altro strumento che va nella direzione della promozione delle pari opportunità tra uomini e donne: il Bilancio di genere, il documento approvato nei mesi scorsi dalla Regione.

I fondi
Nel dettaglio, i quasi 4 milioni di euro (3,9 milioni) di fondi riservati al contrasto alla violenza contro le donne derivano in parte da fondi statali (2,9 milioni) e in parte da stanziamenti regionali (un milione). Di questi, alla gestione dei centri antiviolenza sono riservati 1,56 milioni; oltre 423mila euro serviranno invece per l’apertura di nuovi centri e di nuove case rifugio; infine, 920mila sono previsti dal Piano straordinario contro la violenza sessuale e saranno destinati a formazione, inserimento lavorativo, autonomia abitativa e implementazione dei servizi informativi relativi al fenomeno della violenza.
Per dare continuità agli interventi promossi dalla Regione per i progetti di promozione e conseguimento delle pari opportunità e per il contrasto a discriminazioni e violenza di genere, anche nel 2018 è previsto un bando da un milione di euro per sostenere e valorizzare l’attività che Enti locali e mondo dell’associazionismo sviluppano e promuovono da anni anche attraverso proficue collaborazioni.

L’Osservatorio regionale antiviolenza e il Tavolo permanente per le politiche di genere
Si tratta di due importanti strumenti per arricchire il quadro regionale di contrasto alla violenza. L’Osservatorio, organismo operativo, servirà a definire e rilevare i dati sul complesso fenomeno della violenza sulle donne e avrà una funzione di supporto alle politiche regionali. I risultati saranno disponibili anche online, così come le mappe aggiornate sui servizi a disposizione dei cittadini.
Tra gli altri compiti ha quello di promuovere la rilevazione omogenea della violenza di genere in tutta la regione, favorire la collaborazione tra Regione e Aziende sanitarie per l’accesso delle vittime di violenza nei pronto soccorso, promuovere la collaborazione con il ministero dell’Interno per i dati sui reati di violenza di genere.

Il Tavolo ha invece l’obiettivo di fornire un quadro unitario della dimensione di genere nelle politiche regionali. Prevede inoltre la realizzazione sul territorio di attività di approfondimento delle questioni che impattano sulla dimensione di genere, il confronto tra le buone pratiche, il coordinamento delle iniziative tra Regione, Enti locali e associazioni.
Infine, sarà la sede di presentazione e discussione dei dati dell’Osservatorio, del Bilancio di genere e del Piano integrato delle azioni regionali sulle pari opportunità.

I dati 2016 dei Coordinamento dei centri antiviolenza
Le donne che si sono rivolte nel 2016 ai 13 centri che compongono il Coordinamento dei Centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna in cerca di aiuto nel 2016 sono state 3431, anche quest’anno in leggero aumento rispetto al precedente, in cui gli stessi Centri avevano accolto 3353 donne (+2,2%).
Hanno subito violenza 3197 donne (pari al 93,2%, contri il 91,1% dell’anno precedente).

Nel corso del 2016, le donne che hanno preso contatto per la prima volta con uno dei Centri antiviolenza del Coordinamento regionale sono state 2552, in aumento rispetto all’anno precedente +5,8% (140 donne). Le donne che hanno continuato un percorso iniziato in anni precedenti sono state 645.
Le donne provenienti da altri paesi nel 2016 sono 949 pari al 38,0%, una presenza in leggero aumento rispetto agli ultimi anni, in cui si era assestata intorno al 36%. Le donne italiane sono 1552 il 62,0%.

Le donne accolte che subiscono violenza con figli/e sono complessivamente 1841, pari al 76,9%, una percentuale del tutto simile a quella del 2015. I figli/e delle donne accolte sono 3169: in media 1,7 figli/e per donna (considerando il gruppo delle donne con figli/e). Fra di essi coloro che hanno subito violenza sono 1738, pari al 54,8%, una percentuale del tutto simile a quella dell’anno precedente, il 2015.

Hanno subito violenze fisiche nel 65,8% dei casi (1679 donne); violenze psicologiche nel 92,4% (2357 donne); violenze economiche nel 41,5% (1059 donne); violenze sessuali nel 14,1% (360 donne). Percentuali che rimangono pressoché invariate rispetto agli anni precedenti.

Le donne ospitate nelle case-rifugio e nelle altre strutture dei Centri antiviolenza del Coordinamento regionale, sono state 225, i figli/e 223. Anche quest’anno si registra in entrambi i casi un aumento: + 27 donne, +10 figli/e. Considerando insieme le donne e i figli/e ospitati, in media le notti di permanenza sono 94.

Bilancio di genere
Nel 2017 la Regione ha presentato il suo primo Bilancio di genere. Il documento riclassifica “al femminile” il bilancio regionale e analizza sei settori: lavoro, formazione, conciliazione tra vita e lavoro, salute, contrasto alla violenza e promozione della cultura di genere. L’obiettivo è quello di misurare l’efficacia di progetti, iniziative e politiche regionali sulla quotidianità, valutare l’impatto sulla condizione femminile e maschile, ridurre le diseguaglianze.
La fotografia fornita dai dati statistici 2015 sulla vita delle donne evidenzia passi in avanti e colloca l’Emilia-Romagna tra le aree più progredite in Europa. A fronte di miglioramenti nella formazione, istruzione, presenza nel mercato del lavoro rimangono, tuttavia, disparità a cominciare dalle opportunità di accesso a lavoro stabile e qualificato, a carriera e relative retribuzioni, oltre al drammatico tema della violenza, già da tempo al centro delle politiche dell’amministrazione regionale. A queste criticità la Regione ha risposto con investimenti ed iniziative mirate.

Le iniziative per l’8 marzo
“Punti di luce. Essere una donna nella shoah” è il titolo della mostra che sarà inaugurata martedì 7 marzo da Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dalla presidente della Commissione parità, Roberta Mori, con rappresentanti dello Yad Vashem di Gerusalemme, Rita Chiappini e Yiftach Ashkenazi. Allestita presso la sede dell’Assemblea legislativa (viale A. Moro 50), sarà aperta al pubblico fino al 7 aprile (lunedì – venerdì, 9-18). La mostra si può visitare gratuitamente, informazioni almemoria@regione.emilia-romagna.it.
Nella stessa giornata l’assessore regionale Emma Petitti interverrà a Modena, (complesso universitario San Geminiano) alla tavola rotonda che chiude il convegno “Eguaglianza verso discriminazioni di genere nel lavoro. Quali politiche?”.

Mercoledì 8 marzo, in Regione, è in programma la proiezione del docu-film “La terra è rosa. Storie di donne e agricoltura” (Sala XX Maggio 2012, Terza torre, viale della fiera 6) che racconta la storia di donne che hanno dedicato la vita all’agricoltura. Partecipa l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. Sempre l’8 marzo, in Assemblea legislativa viene presentato il video “Le parole giuste”, sull’uso del linguaggio di genere nell’informazione, coprodotto dal Corecom, e dall’associazione di giornaliste Giulia. Partecipano l’assessora regionale Emma Petitti, Roberta Mori, presidente commissione Parità, Giovanna Cosenza, presidente Corecom e la regista del video Elisa Mereghetti.
Su RadioEmiliaRomagna, la web radio della Regione, online uno speciale dedicato alla Festa della donna.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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