Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Approvati dalla Giunta regionale 333 progetti di formazione e accompagnamento al lavoro per inoccupati, disoccupati, persone in condizioni di fragilità. Da settembre opportunità per 9.284 persone in cerca di lavoro. Bianchi: “E’ già a pieno regime la programmazione del Fondo europeo che punta alle competenze delle persone per sostenere l’occupazione”

E il Patto per il Lavoro, varato qualche settimana fa, comincia a mettere in campo le prime azioni concrete.
Si parla di un investimento di 40 milioni di euro per 333 progetti di formazione e accompagnamento al lavoro destinati a inoccupati, disoccupati, persone in condizioni di fragilità, che sono stati approvati dalla Giunta regionale in questi giorni.
Il che sta a significare che, da settembre, vi sarà una chance importante per le 9.284 persone in cerca di lavoro che potranno iscriversi a questi corsi, altamente qualificati e finalizzati espressamente all’occupazione.
I corsi approvati, finanziati dalla Regione con risorse del Fondo Sociale Europeo, sono stati selezionati tra quasi 500 proposte formative, pervenute alla Regione a seguito di due bandi pubblici, nei quali si invitavano gli Enti di formazione a progettare percorsi orientati ai bisogni delle persone e alle prospettive di occupazione e di crescita del territorio.
“L’approvazione di questi progetti è un passaggio importante per due ragioni – afferma Patrizio Bianchi, Assessore alla formazione e al lavoro – perché stiamo parlando di circa 40 milioni di euro di investimenti e perché abbiamo cambiato l’approccio alla programmazione delle attività. Non solo formazione, anche se le competenze restano strategiche, ma anche azioni personalizzate di accompagnamento al lavoro”.
L’Assessore spiega che al sistema formativo è stato chiesto di progettare azioni rispondenti a quelle che il Patto per la Lavoro ha definito una nuova generazione di politiche attive.
“Abbiamo ritenuto – aggiunge Patrizio Bianchi – che, in particolar modo per i disoccupati di lunga durata e per le persone in condizioni di svantaggio, servisse oltre alla formazione, anche una personalizzazione e integrazione degli interventi. Una pluralità di servizi offerti alle persone a supporto della ricerca del lavoro e l’attivazione di tutti i soggetti che possono concorrere al raggiungimento dell’obiettivo”.
Tecnicamente, la Regione ha proposto due bandi per il finanziamento delle proposte formative. Nel primo si chiedeva di predisporre, in collaborazione con le imprese, percorsi dedicati a persone inoccupate e disoccupate, in modo tale da formare operatori o tecnici richiesti dai diversi settori del sistema produttivo emiliano-romagnolo. Se l’occupazione non dovesse arrivare al termine della formazione, la Regione ha anche previsto, in questi casi, altre e più specifiche azioni per favorire l’occupazione.
Con il secondo bando sono stati definiti veri e propri “piani di intervento” territoriali, in collaborazione pubblico/privato, per favorire l’inserimento lavorativo di persone in carico ai servizi sociali, quindi a forte rischio di esclusione, marginalità e discriminazione.
Si tratta, in questo caso, di azioni di formazione rivolte a piccoli gruppi, per l’acquisizione di competenze di base e/o tecnico-professionali, tirocini per sostenere le scelte professionali, favorire l’acquisizione di competenze mediante una conoscenza diretta del mondo del lavoro e supportare l’inserimento lavorativo delle persone.
“Abbiamo già messo a pieno regime – conclude l’assessore Bianchi – la programmazione del fondo europeo dedicato ad investire sulle competenze delle persone per sostenere l’occupazione e la competitività e dei territori. A soli otto mesi dall’approvazione da parte della Commissione europea del documento che delinea per i prossimi sette anni la strategia regionale di programmazione delle risorse del Fondo sociale, la Regione ha già messo a disposizione del territorio oltre 120 milioni di euro”.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it