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Artista, poeta futurista, ferrarese, scrittore visionario non politicamente corretto, sperimentatore linguistico, performer, co-autore del “Manifesto del Futurismo smodato”, edito l’11-11-2011 nei siti neofuturisti e poi pubblicato da Avanguardia 21. Di Guerra, attivo dagli anni ’80 a livello nazionale (dai tempi della rivista Futurismo Oggi di E. Benedetto) tra numerosi libri e performance si segnalano le ultime videopoetiche e live nell’ambito del Festival del Nuovo Rinascimento (a cura di D. Foschi) a Milano (maggio 2016), dedicata a David Bowie e a Lucca (maggio 2017), dedicata all’artista ferrarese o Alieno, A. Amaducci. Tra i libri è appena uscito, sempre per Avanguardia 21 di Roma, il collettaneo Scenari tecnologici. Matrix, la fantascienza e la società contemporanea, con Guerra, A. Saccoccio, M. Teti, R. Catanese, M. Trino.

Roby Guerra, cos’è oggi il (neo) futurismo?
Il suffisso neo è sia un tributo a “Matrix” sia un semplice link di comunicazione per evidenziare la sua dis-continuità… Sono passati 100 anni e +, ma il futurismo storico come arte e soprattutto futurologia o scienza umana di anticipazione è solo oggi, era di Internet e dell’informatica di massa, davvero comprensibile. Nello specifico parlano i libri, di pubblicistica editoriale rilevanti, editi da chi scrive e gli altri promotori principali: ovvero (e info minime) con Armando editore di chi scrive “Futurismo per la nuova umanità” e “Gramsci 2017” oltre – co-curatore con A. Saccoccio – “Sintesi della critica futurista” con alcuni dei principali storici dell’avanguardia attuale, G. B. Guerri, G. Berghaus, G. Agnese, S. Cigliana, P. Bruni, P. Ceccagnoli, V. Conte, R. Campa G. Di Genova, M. Duranti e altri. Di Conte, docente delle Belle Arti a Roma, segnaliamo anche il recentissimo Arte Ultima (Avanguardia 21), di Campa “Trattato di Filosofia Futurista”, oltre a sua cura di qualche anno fa (2009) Divenire 3 Futurismo per la rivista “postumanista” stessa. Pur nelle diversità soggettive, il nuovo futurismo contemporaneo può riassumersi in tal senso: Nessun Marinetti o Boccioni o Sant’Elia o Depero ecc, ma al passo e contro il mondo liquido di oggi, noi siamo umanisti e postumanisti 2.0. Al passo con il progresso scientifico, futuristi e futuribili, controculturali rispetto alla decadenza prevalente anche nell’arte pseudocontemporanea. Il nostro è un messaggio forte, non debole e neppure banalmente liquido. E neoprogressisti, nulla di nostalgico…

Oggi il futuro appare a molti oscuro e minaccioso, ad altri radioso e ricco di tutte le potenzialità offerte dalla tecno-scienza. Facciamo allora un salto nel futuro, nel 2030. Come vede l’Italia e come vede Ferrara, la sua città?
Per chi non ha paraocchi, nonostante, come ben sottolinei, il salutare trionfo della tecnoscienza, a livello socio politico e anche nell’umanaio quotidiano, ha vinto realmente (nessuna apparenza o percezione come si spaccia…) il medioevo presente, purtroppo; en passant il grande futurologo A. Toffler l’aveva eventualmente previsto con il suo celebre “Lo shock del futuro”. Dovevamo essere in vacanza su Marte nel 2017 invece dobbiamo preoccuparci ancora dei Saraceni! A breve termine la vedo molto Noir… Forse nel 2030 dopo decenni di stagnazione ed involuzioni sempre sociopolitiche e di smarrimento legittimo dei popoli europei, anche in Italia e nelle sue province come Ferrara, distanti dalle zavorre ideologiche del ‘900 ancora decisive come veri e propri virus ecomentali, sparite per legge del futuro e di Darwin le vecchie generazioni, fiorita finalmente la Net generation dei nativi digitali, più o meno all’improvviso, ci sarà una svolta radicale (spero anche prima ma sono scettico): Nuove classi dirigenti innesteranno la società aperta di cui parlava Popper su basi etico scientifiche e sulla conoscenza (e sulla meritocrazia..) e il veroprogresso rifiorirà: avremo anche sulle macerie dell’Onu e dell’Unione Europea, una sorta di auspicabile Governo Mondiale come Consolle del mondo e della Terra sulle tematiche vereplanetarie, un feedback dialettico e libero con le singole storie della nazioni e dei popoli. Il terzo quarto mondo, liberati da sultani, emiri o stregoni anacronistici, accederanno alla veraciviltà e alla democrazia e allo sviluppo ecofuturistico. Tutte le religioni – mi auspico- vero aids dei popoli, saranno finalmente messe al bando….

Roby Guerra, viviamo in un ambiente sempre più artificiale e in rapido mutamento dove si mescolano le più svariate tendenze e idee; in questo ambiente cos’è l’arte oggi, che funzione può svolgere?
L’ambiente è sempre stato artificiale, la Natura umana nella sua essenza è artificiale, questo ci differenzia dagli altri mammiferi “superiori”. Dai graffiti al computer nulla e tutto di nuovo sotto il Sole… L’arte oggi (ma poi come sempre) è viva se crea e-o riflette criticamente il divenire del tempo, le sue forze progressiste: essa incarna (o dovrebbe) la Forme del Presente e del Futuro desiderabile. E’ una scienza, oggi (dovrebbe) naturalmente umana, nel suo gioco linguistico peculiare chè quello del cosiddetto Immaginario che però diventa anche Reale, come magari la veraletteratura contemporanea, la Fantascienza… “Educazione” simbolica alla Conoscenza (scientifica, artistica, filosofica, di ricerca ma anche pop).

Ferrara, città del Rinascimento, è riconosciuta dal grande pubblico come città d’arte che investe ed intende investire sulla cultura. Vista dall’interno, quale è la situazione oggi e come la immagina nel futuro prossimo?
Ferrara riflette la crisi economica e strutturale globale e italiana, restano eccellenze anche indubbie dal glorioso Rinascimento storico, ora stupirò anche vista certa fama locale come polemista (in realtà sia su FerraraItalia che su magazine nazionali spesso segnalo Ferrara città d’arte e certe sue eccellenze…) , ma in sé almeno alcune figure istituzionali (faccio anche i nomi, Soffritti, Farina, Ronchi, Maisto, Tagliani e pochissimi altri) dalle grandi mostre e la video arte di fine secolo scorso a oggi, hanno lavorato e lavorano bene, ma scontano (il personale non è mai politico), oltre a quanto accennato di esterno generale, ideologismi residui e certo carattere ferrarese provinciale. Sgarbi quando parla di città morta non ha del tutto torto… La città d’arte attuale, sempre incompiuta (sennò Ferrara non sarebbe da anni sempre Cenerentola nello sviluppo, non è solo colpa dei Politici… L’informazione spesso cartacea (on line va meglio) è ancora più responsabile con il suo livello non da Serie A come la Spal. Molte risorse non convenzionali o innocui anche culturali e artistiche indigene (ma tutti noti fuori Ferrara…) non vengono ottimizzate, esistono caste precise anche culturali sopravvalutate e sottilmente insidiose… Gli editti contro sempre Vittorio Sgarbi sono macchie gravissime per la città. Un nostro collega ad esempio Riccardo Roversi ha recentemente persino invitato in una intervista (non a caso ignorata da certa casta politica e culturale e giornalistica locali) le risorse creative meritocratiche ad andarsene da Ferrara. Purtroppo non solo una provocazione. Noi stessi nel 2009 celebrammo il Centenario del Futurismo a Ferrara con i nuovi futuristi, segnalato persino sulla Rai (evento a cura di V. Teti di Ferrara Video Arte): tutt’oggi non esiste traccia a livello istituzionale! E da un anno abbondante la stampa cartacea local ci ha bannato dopo nostre legittime proteste per strane distrazioni su nostre segnalazioni di eventi e libri nazionali che ci riguardavano… Le opposizioni stesse comunque a certa costante postcomunista a Ferrara, sono poco attendibili, se non per questioni extraculturali (leggi sicurezza ma debordiamo ora…) , nulle (se non singole personalità) come alternative culturali. Nel 2030 circa, forse, come per l’Italia (e non solo) in generale ci sarà una probabile rivoluzione neorinascimentale 4.0…

Roby Guerra, un sogno per la città del futuro?
Rispondo come una Ai intelligente con formula algoritimica: “Ecocieli al posto di Grattacieli e banlieu, ma verso L’azzurro del cielo, non velleitarie smart etno city, troppo pianura padana!” Io comunque non ci sarò, sarò ibernato letteralmente grazie ai miei amici futurologi futuristi e transumanisti. Ti risponderò meglio nel 2109, bicentenario dal futurismo, quando sarò risvegliato!!!

Info:
Sito blog personale http://futurguerra.blogspot.com
Manifesto del Futurismo Smodato http://www.netfuturismo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=79&Itemid=75
Scenari tecnologici. Matrix… http://www.avanguardia21.it/catalogo/libro/scenari-tecnologici-matrix-detail
Video sul Nuovo Futurismo di R. Guerra https://youtu.be/CtDgE3bXPUI

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Bruno Vigilio Turra

È sociologo laureato a Trento. Per lavoro e per passione è consulente strategico e valutatore di piani, programmi e progetti; è stato partner di imprese di ricerca e consulenza e segretario della Associazione italiana di valutazione. A Bolzano ha avuto la fortuna di sviluppare il primo progetto di miglioramento organizzativo di una Procura della Repubblica in Italia. Attualmente libero professionista è particolarmente interessato alle dinamiche di apprendimento, all’innovazione sociale, alle nuove tecnologie e al loro impatto sulla società. Lavora in tutta Italia e per scelta vive tra Ferrara e le Dolomiti trentine.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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