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Fortunatamente è stato scongiurato, almeno per un anno, l’incubo della sosta a pagamento per utenti e personale interno dell’Ospedale di Cona.
Giornali e social riportano le dichiarazioni dello spiegamento di rappresentanti Pd per il risultato ottenuto che ritengo essere niente di più di un atto dovuto verso i cittadini.

Non intendo infierire nello specifico su Tagliani, ma, ancora una volta, occorre puntare il dito sulla scelta scellerata, compiuta a suo tempo, di scegliere l’area di Cona per il nuovo ospedale, costato – ricordiamo anche quello – centinaia di milioni di euro, senza contare le opere di collegamento ancora da realizzare.
Con cifre ben inferiori poteva essere rimesso completamente a nuovo il Sant’Anna di Giovecca (ora in buona parte inutilizzata nda) oppure essere individuato un punto dell’area urbana con molti meno problemi geologici e che non avrebbe necessitato di infrastrutture viarie ad hoc.

Ma tant’è, i danni sono stati fatti, ma da sinistra ci vengano perlomeno risparmiate le gesta da sedicenti eroi, perché il loro ricorda tanto il comportamento di chi appicca un fuoco e poi indossa la divisa da pompiere per spegnerlo. L’idea dell’Arcispedale e dei parcheggi a pagamento era stata pianificata, fin dall’inizio, dalla Giunta regionale a braccetto con l’Amministrazione ferrarese.
Sottolineiamo anche che non è del tutto vero che i cittadini non pagheranno la sosta. La regione rifonderà Progeste, titolare del project financing, con 400mila euro all’anno. Soldi dei contribuenti che, ovviamente, non riceveranno servizi a fronte di quell’ammontare.
C’è poi la questione temporale. Non siamo così ingenui da non capire che è stata messa una pezza al problema-sosta a fronte delle elezioni comunali e regionali del prossimo anno. Dopo tutte le débâcle degli ultimi mesi, la gabella dei parcheggi a Cona, per il Pd sarebbe stata stato simile a un suicidio.
Ultima annotazione: quella di Forza Italia (e dei liberali) su Cona non è assolutamente una battaglia ristretta gli ultimi due anni – dove comunque abbiamo chiesto lo stop di ogni nuovo balzello almeno sino all’introduzione delle infrastrutture necessarie -, ma iniziata quando questo progetto ha cominciato a prendere forma, negli anni ’90.

Paola Peruffo
Coordinatrice provinciale
Forza Italia Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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