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Da Lega Nord Emilia Romagna

“Cure non continue e difficoltà enormi a intraprendere azioni legali, trattandosi di legislazioni diverse dalle nostre, se i risultati non sono quelli sperati o addirittura sono nocivi: i rischi del dentista low cost all’estero sono tanti e da non sottovalutare”. Marco Pettazzoni, consigliere regionale della Lega Nord, interviene sul caso delle cure odontoiatriche offerte in Paesi ad alta attrattività di prezzo, particolarmente nell’Est Europa. “Le mete più gettonate sono Ungheria, Romania, Croazia, Serbia e Albania – sottolinea il consigliere nell’interrogazione presentata alla Giunta regionale – , dove i trattamenti costano circa il 60% in meno rispetto alla media italiana. Il turismo odontoiatrico è un fenomeno ormai radicato ma che presenta molte zone d’ombra e tanti rischi”.
Nei nostri territori sono sempre di più le persone che ‘tentano la sorte’ (30mila in tutta Italia solo nel 2013): numeri in crescita e per certi versi preoccupanti. “Gli esiti delle cure – sottolinea Pettazzoni – , come evidenziato da diverse segnalazioni giunte, non sono tuttavia sempre quelli promessi e sperati. Uno dei rischi a cui si va incontro, rivolgendosi a realtà che propongono prezzi scontati, è in primis quello di non avere le garanzie e le tutele che offrono le strutture italiane, inoltre che il lavoro eventualmente mal riuscito, debba essere rifatto nel giro di pochissimo tempo, rischiando anche problemi più seri come infezioni o danni permanenti”. Per tutelare pazienti e addetti ai lavori, è nata l’iniziativa promossa da uno specialista italiano, con il sostegno del Movimento Consumatori e dell’Associazione Italiana Odontoiatri: si tratta di una petizione contro la pubblicità che inganna le persone e svaluta il lavoro dei professionisti, come di recente accaduto sul sito di una società moldava di turismo dentale, dove si denigrava l’operato degli odontoiatri italiani. Ecco perché il consigliere chiede alla Giunta Bonaccini “di attivarsi per limitare l’esodo di pazienti verso mete low cost, anzitutto informando i cittadini dei rischi connessi. Il Governo non sta sostenendo i dentisti italiani per restare competitivi con la concorrenza estera. Ma dobbiamo ribadire – chiude Pettazzoni – che la salute dei denti non è meno importante di altre: da parte di un ente pubblico è un dovere tutelarla”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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