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E’ soddisfatto il consigliere regionale Marco Pettazzoni dopo gli interventi da parte dei tecnici della Regione e dell’Arpae che – stando a quanto affermano – avrebbero finalmente risolto il problema dei cattivi odori che per un lungo periodo hanno reso l’aria irrespirabile alle numerose famiglie che abitano anche a vari chilometri di distanza dalla discarica.
Una vicenda portata sui banchi del consiglio regionale dal consigliere Pettazzoni dopo essere stato sollecitato da numerosi cittadini stanchi di rimanere sempre con le finestre chiuse a causa della puzza proveniente dall’impianto di compostaggio. Una situazione insostenibile che peggiorava soprattutto in determinate giornate con picchi insopportabili.
“ Ho presentato due interrogazioni – spiega l’esponente del Carroccio – dove chiedevo controlli per effettuare il monitoraggio delle esalazioni provenienti dalla discarica. Sono state trovate numerose irregolarità, come la presenza di ingenti cumuli di ramaglie nel piazzale di transito degli automezzi, ma gli uomini dell’Arpae hanno focalizzato i controlli sulla presenza di compost in una area senza protezioni e copertura, direttamente sul terreno. Irregolari – continua Pettazzoni- anche gli scarti i “sovvalli “ che, a detta dei tecnici, erano i responsabili degli odori nauseabondi avvertiti dai cittadini. A seguito dei controlli la cooperativa ha predisposto le misure necessarie per ottemperare a quanto prescritto dai tecnici ambientali. Ho ricevuto risposta scritta dall’assessore competente – conclude Pettazzoni – dove viene messo in evidenza che la cooperativa sociale Città Verde dopo le ispezioni ha ottemperato a tutte le prescrizioni impartite nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge. Dal comune di Crevalcore hanno assicurato che – così come richiesto da Arpae – sarà anche predisposto una attività di monitoraggio degli odori tramite sistema olfattivo elettronico ( il cosiddetto naso elettronico ) un metodo capace di misurare il superamento dei limiti prescritti. Sono soddisfatto che siamo riusciti a fare emergere il problema e sollecitare le autorità competenti nell’interesse di tutta la popolazione residente. Sicuramente sarà mia attenzione raccogliere eventuali segnalazioni da parte dei cittadini e poi trovare soluzioni che mettano sempre al centro la collettività”.

Da Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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