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Da Tiziano Tagliani

Caro Davide,

Ferrara a tuo avviso non ha visione strategica come invece Rimini che riqualifica il lungomare.

In effetti la provocazione, perché solo di quelle tu sai fare, fa presa.

Anche se lo capirebbe un bambino che Ferrara non ha il mare, non vive solo di turismo in quanto le nostre 400 mila presenze (stanno per diventare 500) impallidiscono a fronte dei milioni di balneanti; ma soprattutto Ferrara, solo venticinque anni fa, il turismo proprio non lo considerava.

Ma su questa “piccola” differenza si può anche passare oltre, ci sono ben altre differenze che incidono e le riassumo chiedendo venia a tutti per la superficialità, nessuno si senta offeso:

in primo luogo Ferrara non è mono culturale: l’università, l’agricoltura, il petrolchimico – solo per citarne alcune – fanno si che non si possa chiedere ai cittadini di puntare con le loro risorse alla promozione di un solo settore economico.

In secondo luogo Rimini non accetterebbe mai che qualcuno affermasse “vissi d’arte non di turismo” come invece una parte del mondo culturale sostiene, a mio avviso erroneamente, ma certamente a Rimini si troverebbero con la macchina segnata qui invece tocca al sindaco difendere le scelte: mai letto che una associazione abbia difeso gli investimenti sui contenitori culturali o sugli eventi cresciuti certamente in numero anche se non sempre in qualità. La stessa CCIAA non eroga i propri contributi al solo turismo e non mi risulta che tu, che la frequenti più di me, abbia mai tacciato la Camera di carenza strategica, caso mai ci vorresti un romagnolo presidente, ma questa è un’altra storia direbbe Lucarelli.

In terzo luogo la tassa di soggiorno porta all’amico Gnassi , che concordo con te è un ottimo sindaco PD, 7 milioni di euro all’anno mentre al nostro bilancio porta circa 650 mila euro, a proposito: Ti ricordi i pianti greci fatti dalla Tua associazione quando chiedevamo di poter avere risorse per finanziare le mostre che hanno portato in città centinaia di migliaia di visitatori ?

In quarto luogo a fronte dei 133 milioni di euro sul parco del mare di Rimini hai presente quanto abbiamo investito a Ferrara su: piazza Trento Trieste-Massari-Schifanoia- Diamanti-Verdi- Mura-Meis- Castello Estense- Piazza Ariostea- San Paolo…..?

Ti invito a farlo, i dati sono sul sito del Comune, vedrai che Ti sorprenderai e tutto senza chiedere un euro ai cittadini commercianti o meno, ma con l’obiettivo di presentare la Città di Ferrara al 2020 come una città inedita, che dal decennio esce rinnovata completamente, capace di una offerta culturale e turistica di primo livello, diversa da quella tumultuosa della costa, ma concreta e di sostanza, che si lascia alle spalle l’azzeramento del terremoto: non è un disegno strategico? A me pare gli somigli, senza tante chiacchiere, convegni, costosi incarichi professionali.

Segnalo a Te, che forse non lo sai, che Il Piano di Salvaguardia della Balneazione a Rimini ( ribattezzato piano Parco a Mare) prevede una programmazione lungimirante: 8 progetti approvati nel 2011 dal Comune di Rimini per un importo di circa 133 milioni di euro, volti a porre finalmente rimedio al problema drammatico degli scarichi fognari a mare. La copertura finanziaria del mega intervento sarà garantita per un 20-25% dal Comune e per la restante parte da finanziamenti anticipati da Hera, Romagna Acque e Amir, che saranno poi recuperati in tariffa in circa 25 anni.

In questi mesi abbiamo comunque più volte interpellato anche Ascom per avere lumi sul da farsi, ma ASCOM sul pacchetto localizzativo nuove imprese, o sul Patto per il Lavoro che concretizza le strategie economiche della provincia, mi risulta non abbia prodotto una riga: abbiamo invece periodicamente assistito alle solite beghe stracittadine sulle luminarie, sui cinesi che non contano, sulle tasse che non calano e compagnia bella…. dobbiamo aspettarci presto una piano spiaggia o aspettiamo di leggerlo nei programmi di un qualche candidato a sindaco?

P.s.

Scusa non ho capito cosa c’entra tutto questo con il bando ASP per l’accoglienza? Hai mescolato le mele con i costumi da bagno, ormai non mi stupisco neanche più.

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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