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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

In Emilia-Romagna test Hpv per le donne tra i 30 e i 64 anni, il pap-test resta per le donne tra i 25 e i 29 anni. Petitti e Venturi: “Per oltre 1 milione di donne sia residenti che domiciliate un’opportunità di diagnosi ancora più efficace in questa fascia di età”.

Bologna – Cambia lo screening per prevenire i tumori del collo dell’utero e per favorire diagnosi ancora più precoci ed eventuali cure più tempestive. In Emilia-Romagna l’Hpv test diventa il test per le donne tra i 30 e i 64 anni, mentre il Pap-test resta per le donne tra i 25 e i 29 anni.

La ricerca scientifica ha dimostrato infatti che il test Hpv per le donne tra i 30 e i 64 anni è più efficace del Pap-test nell’identificare precocemente le lesioni a rischio che possono diventare tumore. Per le donne più giovani, invece, il Pap-test resta più efficace perché l’infezione (da Hpv o papilloma virus) in giovane età è molto alta ma scompare spontaneamente nell’80% dei casi, pertanto il test Hpv comporta nella fascia di età 25-29 anni un elevato rischio di esami e trattamenti inutili.

“L’invito a tutte le donne è di aderire agli screening come già fanno in moltissime nella nostra regione”, osservano gli assessori regionali alle Pari opportunità, Emma Petitti, e alle Politiche per la salute, Sergio Venturi , “in Emilia-Romagna i programmi di screening sono da sempre di alto livello, con risultati sopra la media nazionale che consentono di aumentare la probabilità di guarigione. Ora con l’Hpv test facciamo un passo ulteriore e offriamo a oltre 1 milione di donne della nostra regione, sia residenti che domiciliate, l’opportunità di una diagnosi ancora più efficace in questa fascia di età”.

Il passaggio dal Pap-test al test Hpv sarà graduale, iniziando con la fascia di età 50-64 anni. Sono complessivamente 1.121.713 le persone interessate (su un totale, comprese le donne che continueranno a fare il Pap-test, di 1.228.987).

Con il programma di screening le donne interessate sono invitate a eseguire il test con una lettera a domicilio inviata dall’Azienda Usl. Il percorso è tutto gratuito: test ed eventuali approfondimenti diagnostici o terapeutici, compreso il monitoraggio nel tempo (follow up).

A sostegno del nuovo test di screening, il Servizio sanitario regionale ha realizzato una campagna informativa. “Lunga vita alle signore!” è il messaggio: manifesti nelle sedi dei servizi sanitari, il depliant informativo che accompagna la lettera di invito, una campagna informativa apposita sul web, attraverso il motore di ricerca Google e il canale di video Youtube.
Uno spot video sarà visibile sui siti web del Servizio sanitario regionale (ER Salute) e delle Aziende sanitarie, nelle sale d’attesa delle strutture sanitarie e dal 4 al 10 marzo nei monitor della Stazione ferroviaria di Bologna.

Per prevenire i tumori del collo dell’utero, in Emilia-Romagna dal 2008 è offerta la vaccinazione gratuita contro il papilloma virus (Hpv) alle ragazze nel 12mo anno di età. La vaccinazione è, comunque, gratuita per le adolescenti fino a 18 anni ed è proposta a un prezzo agevolato (costo del vaccino più tariffa per la vaccinazione) alle altre donne fino ai 45 anni.

In Emilia-Romagna identificate e curate oltre 14.300 donne con lesioni precancerose

In Emilia-Romagna il programma di screening del collo dell’utero, avviato nel 1997, è rivolto a tutte le donne che vi abitano: sia le donne residenti che le donne domiciliate.

L’adesione al programma è da sempre al di sopra della media nazionale: nel 2015 ha effettuato il Pap-test il 60% delle donne invitate dalle Aziende Usl, la media in Italia è del 42%.

In questi anni il programma ha permesso di identificare e curare 14.315 donne con lesioni precancerose, prevenendo così la formazione di tumori invasivi, e di curare precocemente 793 donne con tumore.

Per informazioni, consultare il sito web regionale del programma di screening: salute.regione.emilia-romagna.it/screening/tumori-femminili e il sito del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna salute.regione.emilia-romagna.it/.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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