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Da organizzatori

Dal 5 febbraio scorso è in vigore il divieto di transito ai veicoli con peso superiore alle 12 tonnellate sul ponte di Final di Rero. Una misura presa dalla Provincia a causa dello stato di deterioramento registrato dai tecnici dell’amministrazione durante i periodici controlli lungo la struttura di attraversamento sul Po di Volano, la cui costruzione risale agli anni ’50. Deterioramento che mina la sicurezza della circolazione veicolare.
Dal giorno in cui sono scattati i limiti di accesso, la Provincia ha provveduto anche a posare la segnaletica, compresa quella per la viabilità alternativa.
In particolare, per i mezzi pesanti provenienti da Ferrara sulla Sp 15 si incontra il preavviso all’incrocio con la Sp 29 (tangenziale est), con possibilità di scelta sul raccordo Ferrara-Mare, in direzione Comacchio, o per la Sp 2 in direzione Jolanda o Mesola. In prossimità di Final di Rero c’è la ripetizione del preavviso nelle vicinanze dell’incrocio con la Sp 23 con possibilità di svolta verso Rovereto e poi Comacchio sulla Sp 1. Sulla stessa provinciale, nella rotatoria a Rovereto, si trovano i preavvisi fino a Migliarino e successivamente per la Sp 4.
Per il traffico pesante diretto verso Ferrara proveniente da Jolanda è stato posto il segnale sulla Sp 60 Gran Linea (posizione 9), con le opzioni Sp 16 e Sp 2 Via Copparo.
I mezzi da Codigoro e Comacchio trovano invece a Massafiscaglia i segnali sulla Sp 15 e 68 verso la Superstrada Ferrara-Mare.
Infine, sulla Sp 4, per il traffico proveniente da Formignana, è stata posta la segnaletica di preavviso sulla rotatoria Sp4-Sp15, per proseguire lungo la Sp 4 fino alla Ferrara-Mare.
In parallelo al provvedimento adottato con ordinanza, il presidente della Provincia, Tiziano Tagliani, ha concordato con la Regione Emilia-Romagna, e per essa l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile – servizio Area Reno Po di Volano, nella persona del responsabile del procedimento Claudio Miccoli, un programma d’intervento. L’intero quadrante, infatti, è interessato dal secondo lotto, primo stralcio, dei lavori dell’Idrovia ferrarese, competenza transitata nel frattempo a Viale Aldo Moro, in seguito alla legge regionale del 2015, in attuazione della riforma sulle Province (2014).
Così la Regione ha deciso di destinare circa due milioni di euro delle risorse in dotazione all’Idrovia, per la realizzazione di una viabilità parallela alla strada provinciale esistente (Sp 23), che si inserirà mediante un ponte provvisorio nella zona sud-orientale dell’abitato di Final di Rero interessando Via della Pace.
Un intervento complessivo funzionale alla realizzazione del lotto Final di Rero-Migliarino (il cui costo totale è di 18,6 milioni), nel senso che i manufatti provvisori saranno interamente utilizzati per la realizzazione delle opere definitive.
L’approvazione del progetto esecutivo è prevista entro aprile-maggio prossimo, cui farà seguito la pre-comunicazione a livello europeo del bando di gara che permetterà la riduzione dei tempi di pubblicazione del successivo bando, entro la metà di luglio.
L’intento è di aggiudicare i lavori a settembre e di far partire il cantiere il prossimo ottobre.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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