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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Saranno proclamati il prossimo 6 settembre i vincitori della ventesima edizione del Premio Ilaria Alpi, che si terrà da giovedì 4 a domenica 7 settembre all’interno del Palazzo dei Congressi di Riccione.
I finalisti sono stati già scelti dalla giuria presieduta da Luca Ajroldi. “Alla vigilia della ventesima edizione del Premio Ilaria Alpi – spiega – e presentando i finalisti di questa edizione che per noi riveste anche altri importanti significati, non possiamo che fare un bilancio positivo dal punto di vista della qualità dei materiali che sono arrivati. Ci siamo sforzati – sottolinea il presidente della giuria – di selezionare reportage e inchieste che raccontino al meglio le problematiche sociali in un anno di televisione, nazionale e internazionale. La crescita, esponenziale, della qualità e della professionalità mostrata quest’anno dalle web tv ci ha spinto a metterle a confronto con le produzioni mainstream e possiamo ormai confermare che le produzioni per il web sono di qualità professionale anche se, ancora, riflettono la matrice televisiva e non hanno ancora, del tutto, acquistato un linguaggio web autonomo. Sul fronte internazionale si confermano produzioni di alto livello sia nell’ambito dell’inchieste che del reportage. Infine – conclude – Ajroldi una parola sul lascito di Ilaria Alpi. Quest’anno, ventennale dalla morte di Ilaria e Miran abbiamo scelto di valorizzare il giornalismo d’inchiesta di quanti, nel produrre informazione, perseguono la ricerca della verità”.
I finalisti
– PREMIO MIGLIOR INCHIESTA TELEVISIVA ITALIANA (- 15 m.)
Laura Bonasera, “Deroga Nera”, Piazza Pulita, La7
Elena Radaelli, “Con gli occhi della Neet Generation”, Lucignolo 2.0, Italia Uno, Mediaset
Alessandro Pampanini, Giancarlo Ceraudo “‘El Pepe’ Mujica – Alma Uruguaya”, Espresso.it
– PREMIO MIGLIOR INCHIESTA TELEVISIVA ITALIANA (+ 15 m.)
Walter Molino, “Faccia di mostro”, Servizio Pubblico, La7
Francesco Nava, “Occhio al farmaco”, Piazza Pulita, La7
Valerio Cataldi, “La neve la prima volta”, Speciale tg2, Rai Due, Rai
– IA DOC RAI
Alessandro Marinelli, “Pino Masciari, storia di un imprenditore calabrese”, (autoprodotto)
Raffaella Cosentino, Alessio Genovese, “EU 013 L’ultima Frontiera”, (autoprodotto)
Manfredi Lucibello, “Centoquaranta. La strage dimenticata”, Pulsemedia
– MIGLIOR INCHIESTA GIORNALISTICA INTERNAZIONALE
Edouard Perrin, “Underhand tactics: The Untaxable”, TVE, Spieghel TV, France 2
James Jones, “Dispatghes. North Korea: Life inside the secret state”, Channel 4
Marcel Mettelsiefen, “Syrie, la vie obstinement”, Arte
Jean-Sébastien Desbordes, Matthieu Martin, Nicolas Berthelot, “Larmes de Guerre”, France 2
– PREMIO DELLA CRITICA
“Morti di Stato” di Riccardo Iacona e Giulia Bosetti, Presa Diretta, Rai Tre, Rai
“Inferno Atomico”, di Sandro Ruotolo e Dina Lauricella, Servizio Pubblico Più, La7
“Caccia al tesoro”, Duilio Giammaria e Teresa Paoli, Petrolio, Rai Uno, Rai
Il premio
A fianco dei premi per “Miglior inchiesta televisiva” italiana e internazionale, sono confermati il premio “IA Doc” e il “Premio della critica”. Verranno assegnati anche il “Premio UniCredit” (riconoscimento speciale assegnato in accordo tra UniCredit e la giuria del Premio Ilaria Alpi ad una giornalista distintasi per valore e coraggio) e il “Premio Coop Ambiente” (rivolto alle inchieste giornalistiche televisive dedicate alle tematiche ambientali).
Inoltre, quest’anno, la giuria assegnerà una menzione speciale “Ilaria Alpi” per il miglior servizio da tg e una menzione speciale “Miran Hrovatin” per la miglior fotografia.
Il Premio Ilaria Alpi è organizzato dall’Associazione Ilaria Alpi ed è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Riccione, con l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio della Camera dei Deputati in collaborazione con Rai, Ordine dei Giornalisti, Federazione nazionale della stampa, Usigrai, Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna. Con il supporto di Unicredit, Coop, Vodafone, Hera, Spi Cgil e Giometti Cinema. Media partner: Raitre, Rainew24, La Stampa, Internazionale, Repubblica.it e Q code mag.
Per maggiori informazioni:www.premioilariaalpi.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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