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da: organizzatori

Il progetto per il nuovo MuVig di Canaro, ovvero Museo Virtuale del Garofalo (soprannome dell’emerito pittore Benvenuto Tisi detto, appunto, “Il Garofalo”), occuperá i quasi 400 m2 di quella che la tradizione indica come la casa natale, recentemente restaurata, del pittore, e sará redatto dall’ Arch. Davide Olivieri, titolare dello studio OlivieriOffice con sede a Genova e Siviglia (Spagna) e vincitore del concorso di progettazione indetto dal Comune di Canaro.
Il raggruppamento vincitore, di cui l’arch. Olivieri é capogruppo, é composto inoltre dalla societá lABnormal Srl che si occuperá dello sviluppo dei contenuti multimediali, la pagina web e le app, Michele Danieli storico esperto del pittore Benvenuto Tisi e León Carlos Alvarez museografo specializzato in multimedia.
Il progetto parte dalla convinzione che questo Museo debba e possa essere uno strumento e un’ occasione per il Comune di Canaro di inserirsi a pieno titolo nel circuito turistico-museale che ingloba la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, la Villa Palladiana di Fratta e Palazzo Roverella di Rovigo. L’obiettivo è quello di incrementare le visite turistiche a Canaro rendendolo un punto imprescindibile di sosta per i visitatori che si trovino nell’area e aumentare gli indotti del terziario.
Essendo i quadri originali sparsi in tutto il mondo i contenuti verranno sviluppati mediante l’impiego di apparecchiature multimediali: ricostruzioni 3D, effetti multisensoriali, interfacce interattive, libri virtuali, per garantire un’ esperienza virtuale completa, approfondita e coinvolgente.
Il progetto prevede la suddivisione cronológica di 8 sale, quattro per piano, e ciascuna di essere in 4 ambiti di approfondimento, garantendo al visitatore una grande autonomia e libertá di fruizione, permettendogli di creare il percorso che preferisce includendo gli ambiti che più lo interessano. Due ulteriori sale completano l’allestimento: l’entrata, con un piccolo bookshop, e una sala multifuzionale al piano primo.
Un nuovo rivestimento uniforme e continuo delle pareti permetterá un rapido cambio di configurazione, moltiplicando le possibilitá di utilizzo degli spazi a seconda delle necessitá, ottenendo cosí un edificio polifunzionale che potrá ospitare congressi, esposizioni temporanee classiche ed eventi.
Il Museo avrá un doppia valenza, quella di stimolo per una attrazione turistica di qualitá, nonché spazio a servizio della cittadinanza e associazioni, uno spazio versatile, di aggregazione e di consenso.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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