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Da: Il Sindacato Libero Scrittori

Il Sindacato Libero Scrittori presenta l’ultima raccolta di poesie di Renato Romano a Palazzo Sora a Roma

Nell’Aula Magna di Palazzo Sora a Roma, al Corso Vittorio Emanuele II, 217, nel cuore della città capitolina, Giovedì 6 ottobre prossimo, alle ore 16,30, si potrà assistere alla presentazione dell’ultima raccolta di poesie del giornalista e scrittore Renato Romano con la quale è in giro in tutta Italia: ‘Prigioniero ad Auschwitz’ poesie, 1990-2004. Il libro è edito nella collana “Tracciare Spazi” della nota Casa editrice Europa Edizioni, la cui distribuzione è a cura di Messaggerie libri del Gruppo editoriale Feltrinelli. La raccolta è suddivisa in quattro sezioni tematiche: VITA, AMORE, FANTASIA, L’ESTATE. Il florilegio prende il titolo da una singola lirica tra le tante altre, ispirata proprio agli orrori e alle atrocità del più noto campo di concentramento al mondo, conosciuto anche come campo di morte. Il testo si fa carico di rendere omaggio, ma soprattutto di ricordare, i tantissimi milioni di Ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti nel periodo della seconda guerra mondiale. Autrice della prefazione è la Prof.ssa Flavia WEISGHIZZI, autorevole critico letterario ed editor della raccolta. Il libro è dedicato al compianto amico Prof. Luigino POLONI, che per l’Autore è stato maestro e sostenitore del suo amore per la poesia. Tanti sono i personaggi del mondo dello spettacolo, della letteratura e dello sport ai quali l’Autore ha voluto dedicare suoi versi, come la compianta poetessa e scrittrice Maria LUISA SPAZIANI, che Romano ha conosciuto e frequentato per anni e alla quale ha voluto dedicare la lirica ‘Nella foresta nera’, componimento che è stato magistralmente interpretato dalla giovane attrice Giulia MUSCIACCO nella breve videoclip (booktrailer) promozionale del libro. La clip si può visionare sul Canale Youtube. Renato Romano, è nato a Venezia nel 1967, vive in Campania. E’ una delle giovani voci della nuova poesia di oggi. Il suo nome figura nel Compendio degli Autori Italiani del Secondo ‘900. L’esordio arriva nel 1992, con la silloge “Lucia”, una raccolta di poesie d’amore, ispirate e composte a un’unica donna, musa ispiratrice del poeta, con la quale si è fatto conoscere al grande pubblico. Ha in preparazione due romanzi e un libro di interviste ad artisti e cantanti della canzone napoletana, molti dei quali non sono più in vita, come Sergio Bruni, Aurelio Fierro, Roberto Murolo ed altri. E’ giornalista pubblicista. Lavora, e collabora, a giornali e riviste. L’incontro è a cura del Sindacato Libero Scrittori Italiani, il cui Presidente è il Prof. Francesco MERCADANTE. I relatori che interverranno alla serata sono la Prof.ssa Flavia WEISGHIZZI, critico letterario ed editor del testo; il Dr. Mariano LAMBERTI, poeta e noto regista cinematografico, conosciuto al grande pubblico. Tra i suoi films più noti, “Non con un bang”, presentato alla cinquantaseiesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione ‘Nuovi Territori’ e ‘Good As You’ – Tutti i colori dell’amore, uscito nel 2012 in tutte le sale. Per quanto riguarda sue pubblicazioni, due sono le raccolte di poesie all’attivo: ‘Dopo il dolore’, Liberodiscrivere, Genova 2006 e ‘La supplica di Brahma’, con prefazione di Filippo La Porta, Graphe.it edizioni, Perugia 2015. Il Dr. Rocco CESAREO, regista cinematografico, noto al grande pubblico per uno dei suoi film più importanti e famosi, ‘Gli angeli di Borsellino’ – Scorta QS 21, girato nel 2003 a Palermo, che narra le vicende della scorta di Paolo Borsellino fino al tragico 19 luglio 1992, quando il magistrato palermitano ed alcuni componenti della sua scorta rimasero vittima di un attentato mafioso in Via D’Amelio.
Modera l’evento il Dr. Elia FIORILLO, giornalista e scrittore.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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