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Da: Organizzatori

Mercoledì 12 Ottobre 2016 alle ore 17, presso il Palazzo Bonacossi di Ferrara (Via Cisterna del Follo, 5) sarà presentato il libro con CD Arpe fantastiche, di Sara Fantini e Irene De Bartolo, illustrato da Nicoletta Altieri (ed. Nuovecarte). A parlarne con le Autrici sarà Gina Nalini Montanari, introdotta dall’editrice, Silvia Casotti. L’incontro sarà arricchito dalla lettura di brani e dall’esecuzione di intramezzi musicali, eseguiti all’arpa dalla stessa De Bartolo. Il progetto letterario-musicale che si concretizza nel libro Arpe fantastiche nasce dall’esperienza delle Autrici nel campo dell’educazione giovanile. Le fiabe di Sara Fantini, delicatamente illustrate da Nicoletta Altieri, incontrano le esecuzioni musicali all’arpa di Irene De Bartolo, che attingono dal repertorio tradizionale e classico inglese ed irlandese. Le due fiabe – L’arpa fatata e La Vigilante scomparsa – hanno come protagoniste principali due arpe, entrambe in qualche modo magiche, che faranno comprendere ai personaggi coinvolti nelle storie l’importanza e la bellezza della Vera Musica. La lettura del libro può essere accompagnata dall’ascolto dei brani (adeguatamente segnalati nel testo) proposti nel CD accluso. Alcuni spartiti sono inoltre scaricabili dal sito irenedebartolo.it, perché ogni giovane arpista possa mettersi alla prova personalmente nell’esecuzione musicale.

Sara Fantini
nasce nel 1993 a Castel San Pietro Terme. Dopo il diploma presso il liceo socio-psico- pedagogico ‘Alessandro da Imola’, si laurea in Lettere moderne presso l’Ateneo di Bologna, con una tesi sulla fiaba e il favoloso in Calvino e attualmente sta lavorando alla tesi di specialità, dedicata a Mario Luzi. Ha esordito nel mondo letterario nel 2010, ottenendo da subito numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, sia per la prosa che per la poesia, fra i quali il prestigioso “Premio Letterario Internazionale Europa”, dedicato a poeti e scrittori provenienti da ogni parte del mondo, organizzato dall’Universum Academy Swizerland. Per Nuovecarte ha pubblicato il romanzo Le tre fiere, dedicato particolarmente al pubblico giovanile (nuovecarte.net/letrefiere).

Irene De Bartolo
nasce a Ferrara nel 1968. Si diploma in Arpa al Conservatorio ‘F. Venezze’ di Rovigo nel 1993 (Prof.ssa M.L. Cardin Fontana). Studia Musica da Camera con il Maestro A. Faja e si laurea in Discipline musicali al Conservatorio ‘G. Frescobaldi’ di Ferrara nel 2007. In seguito si perfeziona in Arpa barocca e rinascimentale, poi approfondisce il repertorio celtico-irlandese con artisti di alto livello internazionale, come l’irlandese Gràinne Hambly e il bretone Myrdhin. Grazie all’incontro con Marcella Carboni scopre l’arpa jazz, che studierà, fra gli altri, con il colombiano Edmar Castaneda. Intensa è l’attività concertistica, sia come solista che in formazioni e orchestre, e numerosi i riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Da anni svolge anche attività didattica; attualmente è docente di Arpa classica e celtica presso la Scuola di Musica ‘Vassura-Baroncini’ di Imola e il ‘Laboratorio Musicale’ di Renazzo (Cento). È direttrice artistica del ‘Bologna Harp Festival’. Esegue musiche di scena per spettacoli teatrali e progetta percorsi musicali per la scuola primaria e laboratori musicali sull’arpa per i più piccoli. (Sito web: irenedebartolo.it)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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