Prima che accada Comunicare il rischio a sei anni dal terremoto dell’Emilia
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“Non basta conoscere il rischio per attuare la prevenzione. Non bastano gli eventi di partecipazione se non portano a soluzioni concretamente praticabili per i cittadini. Minore è l’efficacia delle pratiche partecipative, minore è la capacità degli abitanti di attuare autonomamente efficaci interventi di prevenzione. I cittadini chiedono di non essere lasciati soli a decidere e a intervenire.”
Sono alcuni dei risultati della ricerca sulla comunicazione del sisma condotti dal Laboratorio di Ricerca in Storia e comunicazione della scienza DOS “Design of Science” dell’Università di Ferrara che saranno presentati e discussi il 29 maggio all’incontro “Prima che accada. Comunicare il rischio a sei anni dal terremoto dell’Emilia”. L’incontro si svolgerà dalle 15 alle 18 presso il Dipartimento di Economia e Management in via Voltapaletto 11.
Alla luce delle risposte fornite nel corso della ricerca condotta dal Laboratorio a sei anni di distanza dalle pratiche di comunicazione e partecipazione avviate subito dopo il sisma, emerge la necessità di un profondo ripensamento del ruolo dei soggetti istituzionali e scientifici e del rapporto con i cittadini in questo campo. Il caso della città di Ferrara, proprio per la complessità del percorso intrapreso e anche in virtù dei limiti inevitabilmente manifestati, si presta a diventare un modello di ricerca e azione da sviluppare ulteriormente. Anche per la sua analogia con molti altri centri storici del nostro Paese.
Alla tavola rotonda discuteranno di questi temi e delle prospettive di sviluppo: Alfredo Alietti, Dipartimento di Studi umanistici Università di Ferrara; Romano Camassi, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Roberto Giovanni Marino, Capo dipartimento Casa Italia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; Gabriele Ponzoni, Consiglio nazionale geologi.
La Direzione del Laboratorio introdurrà il tema, i principali risultati della ricerca e coordinerà i lavori.
Hanno finora confermato la loro presenza: Bruno Baraldi, Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari Ferrara; Riccardo Caputo, Commissione Grandi Rischi; Alessio Colombi, Ordine degli ingegneri Ferrara; Cristina Corazzari, assessore alla comunicazione Comune di Ferrara; Ermanno Errani, Arpae Emilia Romagna; Roberto Riccelli, Protezione Civile Ferrara; Marco Roversi, Ordine degli ingegneri Ferrara; Gian Paolo Rubin, Ordine degli Architetti di Ferrara; Stefano Solarino, Progetto “Knowrisk”.
“Siamo partiti subito dopo il sisma – dichiara Marco Bresadola, direttore di DOS – con attività di comunicazione e dibattito pubblico svolti su tanti piani diversi e con l’esperienza partecipativa “Battiamo il sisma” condotta ‘a caldo’ in collaborazione con il Comune. La ripresa della ricerca nella medesima realtà dopo alcuni anni con il progetto europeo “KnowRisk” costituisce presumibilmente un unicum in termini di monitoraggio dell’esperienza e bilancio dei risultati. È un patrimonio certamente spendibile per ripensare un modello di comunicazione e relazioni utile anche per tante realtà simili a quella che abbiamo studiato.”
“Le indicazioni per gli sviluppi futuri della ricerca-azione condotta – afferma Michele Fabbri, condirettore di DOS – sono tante e importanti. Si va dalla necessità di conoscere con accuratezza i segmenti di società a cui ci si rivolge per produrre una comunicazione costante, differenziata e articolata nel complesso sistema dei media attuale, alla necessità di continuità delle esperienze con la cittadinanza. La continuità del dialogo con i cittadini dovrebbe essere realizzata da un processo di trasferimento e scambio di conoscenza con luoghi deputati a farlo e guidati da processi istituzionali. La ricerca dimostra chiaramente che solo in presenza dell’attivazione di meccanismi di coesione sociale le misure preventive possono essere realizzate.”
UNIVERSITA’ DI FERRARA
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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