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Da: Organizzatori

Giovedì 10 novembre ore 17 Biblioteca Ariostea
‘Con Simone, dopo Simone’

Conferenza di Liliana Rampello
Introduce Biagia Cobianchi
Nell’anniversario della scomparsa di Simone De Beauvoir
Ci sono due libri in particolare che possono essere considerati gli angeli custodi della storia delle donne della prima metà del Novecento: Tre ghinee di Virginia Woolf (1938) e Il secondo sesso di Simone de Beauvoir (1949). Molto altro è successo in quel secolo, tante donne ormai, in tutto il mondo, pensano, scrivono e continuano a lottare per la libertà femminile. A trent’anni dalla morte di Simone de Beauvoir, torniamo a lei per capire la sua eredità nel pensiero politico, nella scrittura autobiografica, nel romanzo. Un intreccio di vita, storia sociale e storia personale, che testimonia non solo una grande avventura intellettuale ma una vera e propria rivoluzione antropologica.
A cura di Istituto Gramsci e Spi-CGIL

Giovedì 24 novembre: ore 17 Biblioteca Ariostea
Siegfried Kracauer

Un filosofico ‘detective’ della moderna industria culturale
Conferenza di Marco Bertozzi
Introduce Filippo Domenicali
Siegfried Kracauer (Francoforte, 8 ottobre 1889 – New York, 26 novembre 1966), intellettuale di spicco della cultura tedesca all’epoca della repubblica di Weimar, fu amico di Walter Benjamin e del giovane Adorno, a cui spiegava la ‘Critica della ragion pura’ di Kant il sabato pomeriggio. Praticò, per breve tempo, la professione di architetto, per entrare poi nella redazione della ‘Frankfurter Zeitung’, diventando noto per le sue recensioni di saggi, romanzi, film e per i suoi acuti commenti sulla cultura e la società tedesca ormai avviata verso il nazismo. Rifugiatosi in Francia nel 1933, dove scrisse ‘Jacques Offenbach e la Parigi del suo tempo’ (1937), emigrò poi negli Stati Uniti, entrando in rapporto con Erwin Panofsky. Qui lavorò alla preparazione e alla pubblicazione del suo famoso libro sul cinema tedesco, ‘Da Caligari a Hitler’ (1947), e anche della impegnativa ‘Teoria del film’ (1960). Un volume sulla filosofia della storia, ‘Prima delle cose ultime’, uscì (postumo) nel 1969, con una prefazione di Paul Oskar Kristeller. In occasione della conferenza, a cinquant’anni dalla morte di Kracauer, sarà dedicata particolare attenzione a due suoi fondamentali saggi, ‘La massa come ornamento’ (1927) e ‘Il romanzo poliziesco. Un trattato filosofico’ (postumo, 1971).
A cura di Istituto Gramsci in collaborazione con Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Inoltre diffondiamo le seguente iniziativa
Venerdì 25 novembre, ore 11.00 Aula magna Dipartimento di Giurisprudenza
Corso Ercole I d’Este n. 37, Ferrara
perché SI, perché NO
Due opinioni a confronto sulla riforma costituzionale
Valerio Onida – Luciano Violante

(Presidente Emerito della Corte costituzionale e Presidente Emerito della Camera dei Deputati)
Presiede Giovanni de Cristofaro, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza
Coordina la discussione Giuditta Brunelli, Costituzionalista
L’incontro è aperto alla cittadinanza.
Con questa iniziativa il Dipartimento di Giurisprudenza intende offrire ai propri studenti e alla cittadinanza un confronto sul merito del quesito referendario tra due protagonisti di rilievo del dibattito sulle riforme. Sia il Presidente Emerito della Corte costituzionale Valerio Onida sia il Presidente Emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante hanno fatto parte, infatti, del Gruppo di lavoro sui temi istituzionali nominato dal Presidente Giorgio Napolitano nel marzo del 2013, e in seguito della Commissione per le riforme istituzionali costituita dal Governo Letta e presieduta dal Ministro per le riforme Quagliariello, che ha concluso i propri lavori con una relazione presentata nel settembre 2013. Oggi i due giuristi si trovano schierati su fronti opposti, e hanno in più occasioni confrontato le loro posizioni sulla riforma, in particolare nel volume ‘Perchè no perchè sì. Due opinioni a confronto sul referendum costituzionale’. Un’occasione, dunque, per farsi un’idea dei contenuti effettivi della riforma (spesso oscurati da un dibattito politico rissoso e impreciso) e sulle diverse valutazioni di cui sono oggetto.
A cura del Dipartimento di Giurisprudenza

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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