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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Agricoltura – Psr Emilia-Romagna: il Commissario europeo all’agricoltura Hogan dichiara che sarà “tra i primi Programmi italiani ad essere approvati”. Assessore Caselli: “queste parole la migliore risposta alle tante polemiche di questi mesi”.

“Il Programma dell’Emilia-Romagna sarà tra i primi programmi italiani ad essere approvati”, parola di Hogan.
“Credo che le affermazioni del Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan siano la migliore risposta alle tante polemiche, spesso alimentate ad arte di questi mesi, e dimostrino la bontà del lavoro fatto dalla Regione Emilia-Romagna”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli commenta la risposta del commissario Hogan ad un’interrogazione del gruppo EFDD (cui appartengono i parlamentari del Movimento Cinque Stelle) sul Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia-Romagna.
Nel testo, che è stato pubblicato ieri sul sito del Parlamento europeo, Hogan dichiara: “L’Emilia-Romagna ha presentato un Programma complesso che contempla il bilanciamento dei fabbisogni di una dei più avanzati settori agroindustriali e agricoli in Italia e in Europa…il numero delle osservazioni inviate dalla Commissione non deve essere letto come un indicatore di qualità del Programma, ma piuttosto come il segnale di un lavoro comune con le autorità regionali per assicurare un ottimo livello di corrispondenza agli obiettivi di Europa 2020…riguardo agli aspetti ambientali il Programma presenta un set di indicatori ben articolato che durante la consultazione tra i Servizi della Commissione è stato segnalato come un possibile caso di best practice…lo stato della discussione in corso con le autorità regionali consente di stimare che il Programma dell’Emilia-Romagna sarà tra i primi programmi italiani ad essere approvati”.
“Come riferito alla commissione assembleare Attività produttive nei giorni scorsi – sottolinea Caselli – il Psr dell’Emilia Romagna riceverà nelle prossime settimane da Bruxelles la Comfort Letter di approvazione dei contenuti, in attesa dell’approvazione formale prevista per maggio dopo la modifica del Quadro finanziario dell’Unione europea volta a trasferire i fondi del 2014 sulle annualità successive. L’agricoltura regionale potrà così contare su risorse comunitarie per 1,2 miliardi complessivi da qui al 2020, cui si aggiungeranno cofinanziamenti della Regione Emilia Romagna per oltre 200 milioni complessivi. Si tratta di una grande opportunità di sviluppo che ci vede ancora una volta all’avanguardia”.
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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