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Da Organizzatori

IL PUEDES C’È E HA FATTO IL SUO
Il PUEDES Summer Night 2017 si è – quasi – concluso ieri sera dopo 5 serate ricche di eventi, ospiti e pubblico.
La serata ieri si è aperta con lo storico APERITALK, questa volta in onore di TAR, da tutti definito il “gigante buono” e conosciuto dai frequentatori della movida – è stato uno storico buttafuori – scomparso un mese fa a causa di un malore. Lui è stato tra i primi a schierarsi a favore dell’integrazione con il suo motto “Ferrara non è una città razzista”, portato sempre stampato sul-le maglie con cui andava al lavoro nei locali.
Il suo sogno era che i fratelli africani e i “bianchi” avessero luoghi di comune aggregazione, di ri-trovarli a festeggiare, tutti insieme. Sogno che non si è fermato nemmeno davanti agli attacchi e alle critiche dei cittadini circa la situazione in zona GAD, e per fortuna: oggi i suoi sogni continuano a vivere per lui, raccolti dalla comunità africana ferrarese e limitrofa.
Ieri i suoi amici e l’associazione ER.Go lo hanno ricordato con due chiacchiere su come il motto di TAR non sia stato solo una chimera ma una realtà: tanti giovani africani erano nel sottomura per dimostrare che l’integrazione è non solo possibile, ma anche una realtà consolidata a Ferrara.
Frank, professore di Economia e Marketing presso l’università degli studi di Bologna, spiega che non è solo necessario parlare di integrazione ma bisogna anche vederla con i propri occhi. A tale proposito presenta Bruno Bruxtar, esempio perfetto d’integrazione e fusione di culture: non solo è al secondo anno di università ma insegna anche i balli tradizionali togolesi a Ferrara da tre anni.
A seguire il DJ set di COLLA DJ durante l’ora di cena, con il PUEDES già gremito di persone pronte a degustare un hamburger, una pizza o degli arrosticini, le scelte più quotate di quest’anno. Da Cosenza a Ferrara con il suo sound piacevole e fresco, adatto a grandi e piccini.

Eccellenzeinrete.com, il nuovo portale e-commerce di eccellenze artigianali italiane,il 21 agosto alle ore 21, ha presentato nella suggestiva cornice del sottomura,in occasione del PUEDES Sum-mer Night. Per la sezione abbigliamento ed artigianato artistico, una Sfilata-Performance con abiti di Giusi Indelicato Atelier, quadri della pittrice Jennifer Cleto e maschere Veneziane di Arte Creativa di Antonio Oliani,fotografie della fotografa professionista Benedetta Biscaro, acconciature e make-up di Erika Bonora -Acconciature Unisex.
E poi, finalmente, le luci si abbassano, la musica viene momentaneamente sospesa: è il momento di AMBRAMARIE, attesissima dal pubblico ferrarese.
AMBRAMARIE è un po’ l’amuleto del PUEDES, felicemente ospite per il terzo anno di fila, amatis-sima dai ferraresi e non – nel pubblico anche emiliani e romagnoli, sale sul palco con la sua chioma bionda e selvaggia.
La sua voce melodiosa ricorda una giovane Carmen Consoli, così calda e profonda, i suoi pezzi ti entrano dentro e non si può non essere coinvolti dai brani del suo ultimo album “Bruciava tutto” (uscito a Dicembre 2016).
“Sono felicissima di essere tornata a Ferrara”, commenta AMBRAMARIE, “ogni volta riesco a sentire tutto il calore del pubblico che mi circonda, è bellissimo. Sono sentimentalmente legata a questa città, ho tantissimi ricordi del tempo trascorso qui”. Ma anche Robert, storico amico di AMBRAMARIE – amicizia nata al Ferrara buskers Festival quasi 3 anni fa – che arriva direttamente da Norimberga per la cantante.
In più, per chi si fosse perso la serata di ieri, sabato e domenica AMBRAMARIE sarà nella sua ver-sione ‘buskers’ per le strade di Ferrara ad esibirsi.
Che dire? Quest’anno non poteva esserci PUEDES migliore!
Da questa sera il PUEDES torna ad ospitare gli invitati del Ferrara Buskers Festival, in prima serata si esibiranno i giovanissimi The Dice, band che ha le sue radici a Ferrara e ormai con esperienza consolidata. Si sono formati nel 2009 e nel 2011 è uscito il loro primo album Rock-Blues confluen-ze swing e country.

A seguire, dalle 23 circa, Mr Albohci intratterrà con i suoi brani d’ispirazione Folk. Mr Alboh, all’anagrafe Alberto Mussi, si serve di una loop station per la sua musica di strada, così da ricreare l’effetto e la forza di un’orchestra intera.
A concludere la serata Buskers, in ultima battuta (dalla mezzanotte in poi circa) suoneranno i Windspiel, l’amatissima band svedese si esibirà anche la PUEDES dopo aver animato le strade di Ferrara sin dal pomeriggio.
I ragazzi del Puedes ormai vivono di una propria autonomia: chissà quante sorprese dovremo aspettarci il prossimo anno.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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