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Certo, come dice spesso Giovanni Negri, per fondare un partito politico in un momento storico nel quale la gente è sempre più distante dalla “cosa pubblica” e si affida al populismo imperante di Salvini e Grillo, ci vuole un pizzico di follia. Certo, ci vogliono follia, passione e voglia di tornare in campo per ricostruire un paese che merita di essere guidato nel migliore dei modi. Del nuovo soggetto politico La Marianna, promosso dall’ex leader radicale, sulle pagine del nostro giornale abbiamo già scritto, raccontando gli ideali e i propositi che questa neonata formazione si prefigge di portare a compimento.
Forse riunire le forze di ispirazione laica e radicale è una vera e propria utopia, ma sembra che questo sogno stia sempre di più diventando realtà. Sì, perché alla convenzione nazionale di Marianna, lo scorso weekend, molte persone si sono avvicendate sul palco, promettendo e prospettando obiettivi tangibili che la giovane e leggiadra Marianna, deve portare a compimento.
Sabato 25 è stata la prima giornata, dedicata per la maggior parte del tempo al tema della giustizia in Italia, o meglio della mala giustizia. Ha esordito l’avvocato bresciano Lorenzo Cinquepalmi, proponendo un parallelismo tra il sistema giudiziario che condannò Enzo Tortora e quello attuale, quindi è stata la volta della tavola rotonda con i vertici dell’avvocatura Italia rappresentata da Beniamino Migliucci, la concittadina Laura Jannotta e Umberto Fantigrossi.
Ha preso poi la parola l’avvocato del foro torinese Fabio Ghiberti, l’avvocato Basilio Milio ed in conclusione della mattinata ha portato la sua agghiacciante testimonianza Mario Mori. Lui, generale dei carabinieri in servizio per il suo Paese da una vita, perseguitato da un sistema giudiziario sempre più attento a prendere di mira i suoi servitori e sempre meno disposto a provvedere contro i veri criminali. Basti pensare che il generale stesso si definisce “imputato a servizio permanente effettivo “, per capire il tipo di percorso che ha dovuto affrontare a causa di magistrati che si ostinano a credere che Mori sia colpevole di favoreggiamento a Cosa Nostra. Quegli stessi giudici che poi scendono in politica, dimostrando di non garantire la condizione che dovrebbe contraddistinguere la magistratura: la terzietà. La Convenzione di Bologna è stata anche un’occasione di riflessione sugli scenari geopolitici ed economici sia a livello nazionale che locale. Maryland Ismail e Layla Yusf, hanno fondato un’associazione di musulmani laici, che vuole essere uno spunto di riflessione dibattito sulla vera natura della religione di Maometto.
E ancora interventi di altissimo livello come quello dell’ex ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, degli economisti Cazzola e Baldassari, di Filippo Penati, di Angelo Panebianco, del direttore de l’Intraprendente Giovanni Sallisti e molti altri. Silvestro Di Pietro, informatico e padre di “Ordigno”, ha spiegato il funzionamento e le potenzialità della piattaforma web che gli iscritti alla Marianna potranno utilizzare per confrontarsi, votare in modo certificato e scambiarsi idee e opinioni. Una piazza virtuale nella quale si potranno leggere notizie e reperire informazioni quotidianamente. Ordigno è davvero una piattaforma di e-democracy. Non come il blog di Grillo, che dipende dalla Casaleggio e associati. Insomma Marianna è un’alternativa all’anti politica, un’alternativa a chi propone il reddito di cittadinanza o altre cose di questo genere. Il movimento di Negri è uno spazio laico, nel quale si potranno portare avanti idee concrete per la ricostruzione dell’Italia.
Il programma politico è già contenuto in sei “frecce”, che spaziano dal tema della giustizia a quello dell’economia, passando per l’esercito del lavoro e finendo con lo shock fiscale sul modello americano. Sì, sono obiettivi difficili da raggiungere, ma insieme, credendoci, ci si può arrivare. Il gruppo di Ferrara della Marianna, ha anche un membro della presidenza, Mario Zamorani, all’opera per il raggiungimento di una meta, finalmente laica e concretamente realizzabile per il Pese.

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Federico Di Bisceglie

Collaboratore de “Il resto del Carlino”, blogger su quotidiano online “Ildenaro.it” redattore Di “ferraraitalia.it”, marketing consultant for b-smark LTD Dublin. Studente di legge.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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