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da: Paolo Spath, Consigliere Comunale (Presidente) Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia – AN

“Dopo il fallimentare e penoso tentativo di imporci un’idea di famiglia distorta, in cui basta un capriccio per comprare un bambino, come anticipato da un Flash Mob in piazza la scorsa settimana, saremo in Piazza Duomo a Ferrara Domenica pomeriggio, dalle 15.30 alle 19.00 per una RACCOLTA FIRME a cui invitiamo tutti i cittadini a partecipare, per dire una volta per tutte NO al Ddl Cirinná.”

Gioventù Nazionale e Fratelli d’Italia-An si schierano in modo particolare contro l’articolo 5 del testo sulle unioni civili, quello che rende possibile la “stepchild adoption” che apre inevitabilmente le porte alla vergognosa e aberrante pratica dell’utero in affitto, svilente e mercificante la donna e assolutamente priva di qualsiasi etica morale.

“Siamo l’unica forza politica a dare voce ai bambini e a difendere il loro naturale diritto ad avere una Mamma e un Papá. Difendiamo fermamente la famiglia tradizionale contro una legge che vorrebbe svilire l’importanza del matrimonio tra uomo e donna che rappresenta ancora oggi un fodnamento della nostra cultura e identità” affermano i giovani di GN.

“Vogliamo ribadire la nostra posizione di forte contrasto e critica a una legge con un’ impostazione tutta ideologica, che sembrava essere l’unica priorità dell’Italia tanto da monopolizzare ogni dibattito fino ai nastrini arcobaleno a Sanremo. Torniamo a coinvolgere simbolicamente e in modo diretto tutti i cittadini, ora che il voto in Senato è stato rinviato.” afferma Paolo Spath, Consigliere comunale a Ferrara promotore dell’iniziativa insieme al movimento giovanile.
“Riconosciamo i diritti, abbattiamo tutti i muri, sconfiggiamo le discriminazioni, ma dobbiamo schierarci dalla parte dei più deboli che in questo caso sono i bambini che non possono in nessun caso essere utilizzati come una rivendicazione di una battaglia e soprattutto non per soddisfare le voglie o i penosi capricci di qualcuno che vuole porsi contro la cosa più naturale e normale che esista. Una società che nega la necessità di una Mamma e di un Papà è una società che ha perso qualsiasi punto di riferimento. E mette i brividi.
Il DDL Cirinnà non va rinviato, va ritirato!” conclude Spath a nome di Fratelli d’Italia-An di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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