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Da ufficio stampa Conservatorio Ferrara Press

Giovedì 22 febbraio alle ore 20.30 prende avvio la rassegna di Concerti di Primavera,organizzata dal Comune di Vigarano Mainarda con il Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, felice collaborazione iniziata lo scorso anno per far scoprire i diversi talenti che animano l’istituto ferrarese.

Per il primo appuntamento in programma, nella sala polivalente della chiesa parrocchiale Vigarano Mainarda, si esibirà Chiara Morreale Standard Quartet, formazione nata all’interno del Dipartimento jazz del Conservatorio e composta da Chiara Morreale (voce), Riccardo Sindona (chitarra), Stefano Galassi (basso) e Francesco Bressan(batteria).Il quartetto, nato dal fortunato incontro tra i quattro musicisti a Ferrara, propone un tuffo negli anni ’50 “Bop”, ispirandosi al quartetto di John Coltrane e prendendo spunto dalla musica di Art Blakey, Clifford Brown e TheloniousMonk. La totale assenza di fiati, interpretati dalla voce, insieme al recupero della chitarra in sostituzione al pianoforte, già soppiantata dai musicisti hard bop, consente un approccio non strettamente convenzionale alla tradizione. Queste sonorità, unite agli arrangiamenti originali, mettono sotto una luce diversa glistandards eseguiti dai quattro musicisti.L’ingresso al concerto è gratuito.

La rassegna proseguiràsempre alle 20.30, ma a Vigarano Pieve,l’8 marzo con il Concerto lirico vocale che vede la partecipazione delle classi di canto, accompagnate da Andrea Ambrosini al pianoforte (con musiche di Rossini, Donizetti e Verdi). Il 17 marzo si torna a Vigarano Mainarda con un concerto del Complesso giovanile del Conservatorio a cura del Dipartimento Archi musiche di Corelli, Vivaldi e Telemann. Pensato come un “evento collaterale” della rassegna è quello di martedì 27 febbraioalle ore 10 e alle ore 11nella sala polivalente (chiesa) di Vigarano Mainarda con l’incontro con lo strumento per le scuole primarie, con la partecipazione delle classi musica d’insieme archi e fiati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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