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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Molto visitate le pagine di servizio con bandi e pubblicazioni. Un quesito su cinque ha riguardato la ricostruzione post sisma

Bologna. Nel 2017 la rete dei servizi Urp della Regione ha registrato oltre 56mila contatti di utenti. Le pagine di servizio con bandi, pubblicazioni, concorsi hanno avuto oltre 172 mila visite nell’arco dell’anno, con quasi 300 mila pagine visionate.
Questa la fotografia che si ricava dal tradizionale rapporto annuale dell’Ufficio relazioni col pubblico della Regione Emilia-Romagna. Quello da poco trascorso ha coinciso con i vent’anni di vita del servizio, avviato sperimentalmente nel 1997.

La maggior parte delle problematiche ha interessato temi di competenza della Direzione generale che coordina economia, lavoro e imprese (per il 42%). Non sono però mancate richieste relative alla ricostruzione post sisma (3.400 dirette all’Urp e 7.750 allo Sportello Ricostruzione Imprese, pari al 20% dei contatti complessivi).
Da registrare il leggero calo percentuale del telefono come mezzo di contatto, sceso al 60% (per oltre un decennio si attestava stabilmente al 70%) mentre la posta elettronica rappresenta il 29% dei contatti, seguita dalla Pec (posta elettronica certificata) al 6%, e poi dallo sportello diretto (5%). Il social ha prodotto per ora l’1% di contatti.

Da registrare anche l’affacciarsi delle prime richieste tramite il cosiddetto “Foia” (il Freedom of information Act, ovvero accesso civico generalizzato, con 39 iniziative) mentre cresce comunque l’accesso agli atti, in base alla legge 241 del 1990 (579 domande). Infine i reclami gestiti dall’ufficio sono stati 159.
In appendice, il rapporto contiene i contributi di esperti presentati al convegno sui vent’anni dell’Urp, tenutosi nello scorso novembre, assieme ai dati salienti del vasto sondaggio realizzato sullo stato e le prospettive degli Urp a livello locale in tutta l’Emilia-Romagna.

Dal sondaggio è emerso un quadro problematico e differenziato di questi uffici: il 75% degli Enti locali della regione ha nel tempo attivato un proprio Urp, ma con molte differenziazioni tra comuni di piccole e grandi dimensioni. L’utenza è in genere stabile, il 13% degli Urp locali segnala che una metà è di nazionalità straniera. /AA

Info: chi desidera il report può richiederlo direttamente all’Urp
urp@regione.emilia-romagna.it
Numero Verde 800662200 – dal lunedì al venerdì 9-13 (lunedì e giovedì anche 14.30-16-30) oppure scaricarlo dalle pagine “Il pubblico dell’Urp”

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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