Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale Emma Petitti non ci sta: “Falso sostenere che ci sia stato un aumento dei costi con la riorganizzazione, risparmi concreti dimostrati. M5S, ancora una volta, non legge i numeri”.

Bologna – “Ancora una volta il Movimento 5 Stelle sbaglia a fare le somme. Comincia ad essere un pò stancante riprenderli sempre sui conti che, evidentemente, non sanno fare”.
Emma Petitti, assessore regionale al personale, smentisce la consigliera regionale Piccinini, secondo la quale l’effetto della riduzione delle Direzioni generali della Regione, passate da 10 a 5, creerebbe un aumento di spesa per la Regione rispetto al passato.
“Se la consigliera Piccinini si fosse informata prima di lanciare accuse a vanvera – spiega Emma Petitti – avrebbe scoperto, per prima cosa, che i 3 direttori diventati oggi responsabili di Area (che prima percepivano ciascuno 150 mila euro annui e ora sono passati a un po’ più di 120 mila) sono dipendenti di ruolo, e quindi avevano il diritto di essere ricollocati su nuovi incarichi E lo si è fatto tenuto conto della loro professionalità, dimostrata ampiamente nel tempo, collocandoli laddove si è ritenuto potessero essere maggiormente utili all’organizzazione regionale”.
L’assessore Petitti non si sottrae ad entrare nel merito dell’analisi dei conti.
“Rischio di sembrare pedante, ma la provocazione del M5S deve trovare una risposta puntuale e dettagliata. Allora: i 3 direttori generali (ora responsabili di Area) prima costavano annualmente 450mila euro. Ed era una spesa complessivamente aggiuntiva rispetto al costo della dirigenza ordinaria della Regione. Oggi la loro retribuzione individuale, fatta di stipendio tabellare (43.660), retribuzione di posizione (71.324) e di risultato (5.725), solo per la parte tabellare è spesa aggiuntiva, perché il resto è parte di un fondo dirigenza vincolato da rigide norme contrattuali nazionali per i dirigenti di ruolo”.
“Se traiamo le conclusioni di tutto ciò – prosegue l’assessore al personale – ci risulta questo quadro: prima, per 3 direttori la spesa era di 450 mila euro. Ora, per il direttore Gestione e sviluppo e per i 3 responsabili di Area, la spesa è di 276 mila euro. Il risparmio annuale, quindi, è di oltre 173 mila euro”.
“Se poi volessimo allargare il ragionamento all’insieme delle Direzioni – spiega ancora Emma Petitti – se prima 10 direttori generali costavano 1.500 mila euro, ora con 5 direttori generali e 3 responsabili di Area abbiamo un risparmio annuale di circa 670 mila euro. E questa è matematica, non politica”.
“Dato che – conclude l’assessore Petitti – da qui al 2019, al termine della Legislatura, il risparmio sui costi di funzionamento della Regione supererà i 36 milioni di euro, anche grazie alla riduzione del numero dei dirigenti, vorrei suggerire alla consigliera Piccinini di avere meno fretta nel leggere i numeri”.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it