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A due giorni dal day after del partito democratico, possiamo affermare quasi con certezza che da oggi, forse, il progetto PD ha cambiato verso, e non certo come “pomposamente” aveva fatto sperare il neosegretario rottamatore, il maggior partito della sinistra italiana ha inserito nella politica un nuovo modo di agire oppure sono intervenute vecchie liturgie mascherate da nuove?

Credo sia una domanda legittima, alla quale rispondere sarà difficile e ci vorrà il tempo delle prove affinchè sia possibile trovare una risposta credibile.
Da oggi la smisurata ambizione (o l’ipertrofia dell’ego) ha il sopravvento sulla politica, da oggi le ambizioni personali andranno oltre la normale dialettica abituale (a volte sin troppo utilizzata) all’interno della sinistra italiana, da oggi, forse, il dibattito interno ai partiti non avrà più senso ed essi diverranno semplicemente comitati elettorali con capacità di liberare le virtù da “gloriosa macchina da guerra” e scatenare gli attivisti col fine ultimo di legittimare elettoralmente il capo di turno.

Proverò ad essere razionale, pur mantenendo il mio disagio per una scelta che non condivido, e con la consapevolezza che le mie sono semplici riflessioni da uomo di strada e che non contengono al loro interno le risposte che io stesso mi aspetterei.

Ottima cosa che, finalmente anche in politica vi siano accelerazioni con l’intento di fare le cose, eravamo e siamo stanchi di politici che promettono e non sono capaci di concretizzare le riforme promesse, ottima cosa il coraggio e persino il gioco di azzardo, in cui il segretario si mette in gioco nella speranza di dare una svolta allo stato di impaludamento della politica, ottima cosa un leader che parla con parole chiare, pur in contraddizione con quanto affermato pochi mesi fa, ovverosia che mai avrebbe governato con larghe intese e che Berlusconi lo voleva battere nelle urne e non attraverso scorciatoie di palazzo, condivido l’affermazione che il governo Letta è entrato in un pantano senza uscita, del resto era ciò che chi osteggiava le larghe intese aveva sempre affermato, ma che certezza abbiamo che da martedì il primo governo di Renzi sarà un governo di largo respiro capace di affrontare le emergenze di un paese allo stremo? Siamo certi che il darsi l’obiettivo di arrivare sino al 2018 sia una buona cosa per il paese? Ci siamo dimenticati, evidentemente, che il nuovo governo di mister “rottamaio” si avvarrà della stessa maggioranza del precedente governo, forse il bravo segretario del PD ha ottimi consiglieri e sa benissimo che gli italiani non hanno buona memoria e dimenticano persino le malefatte del tycoon di Arcore, figuriamoci se ricorderanno le tante parole pronunciate negli ultimi mesi dallo stesso (ne ha dette talmente tante a volte in contraddizione con la contraddizione di sé stesso che, onestamente, solo i suoi fan le ricorderanno).

Concludo augurando al paese di uscire davvero dalla palude in cui è finito anche a causa della vecchia politica, auguro a tutti quelli che, come me, da oggi si sentono in pò orfani ed apolidi di ritrovare la retta via, auguro a Matteo Renzi di farcela e di dimostrarmi con i fatti che mi sbaglio, auguro a noi italiani che il futuro ci riservi politici capaci di scegliere non più e solo per convenienze personali ma per la forza delle loro idee, auguro al nostro malandato paese che si trovi la soluzione affinchè non si debbano più sentire notizie di persone che si suicidano a causa della crisi e ella speranza di un futuro migliore che sembra abbandonarci… buona giornata a tutti… Renzi compreso

Stefano Peverin

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Stefano Peverin


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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