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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Con riferimento alle recenti dichiarazioni, rilasciate a mezzo stampa dal Circolo locale di Legambiente il Sindaco Marco Fabbri ritiene opportuno replicare a diverse inesattezze e strumentalizzazioni riscontrate. “Mi pare ci sia molto confusione – rileva il Sindaco – rispetto ai contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto tra la Provincia di Ferrara ed il Comune di Comacchio per l’avvio del progetto speciale Partnership pubblico-privata per la rigenerazione ambientale della Costa, che traccia la proposta di strategia di sviluppo dell’Amministrazione Comunale per i prossimi decenni.
Tale protocollo, pubblicato sul sito web del Comune, è stato presentato pubblicamente nel corso di diversi incontri ed entro maggio dovrà essere discusso ed auspicabilmente approvato in via definitiva dal Consiglio Comunale, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, democraticamente chiamato ad esprimersi sulla bontà dei contenuti dello stesso.
Data l’importanza delle azioni ivi previste, lo stesso protocollo è materia di una approfondita discussione all’interno delle commissioni consiliari e del Consiglio Comunale, ma è anche oggetto di un adeguato confronto con le diverse associazioni (ambientaliste e non) e con gli enti portatori di interesse.
Il suddetto protocollo prevede importanti interventi pubblici, volti anche a definire annosi problemi mai risolti quali, a titolo esemplificativo, il miglioramento della rete fognaria, la realizzazione di lagunaggi per il trattamento delle acque reflue del depuratore di Comacchio, lo sviluppo del porto con il potenziamento delle attività cantieristiche, navali e turistiche, il recupero di aree produttive dismesse, oltre alla realizzazione di una nuova scuola. Quest’ultima dovrà essere realizzata “ex novo” con demolizione dell’esistente istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” del Lido degli Estensi, previa individuazione e realizzazione di una nuova sede, nella quale ospitare le attività attualmente ivi presenti, ovvero la scuola materna statale, la scuola primaria e lo stesso istituto “Remo Brindisi”, di proprietà del demanio regionale.
Parallelamente agli interventi di tipo pubblico in forte controtendenza rispetto al passato, ovvero non più basandosi su uno sviluppo orientato alla costruzione di seconde case, sono stati candidati diversi interventi di soggetti privati, relativi all’ammodernamento e all’ ampliamento di strutture ricettive esistenti, alla riqualificazione di strutture ricettive dismesse sempre da recuperare con finalità ricettive (es. Grand Hotel delle Nazioni ed ex- area Jo Lido) ovvero di nuove strutture ricettive all’aria aperta, costruite mediante sistemi sostenibili ed ecocompatibili. Tali interventi a pieno regime permetterebbero di creare oltre 500 nuovi posti di lavoro, senza tener conto degli indotti connessi, ma consentirebbero anche di colmare le lacune lasciate dalla conversione in seconde case degli alberghi esistenti. Il dato ad oggi parla di poco più di 20 strutture alberghiere su 27 km di costa, rispetto per esempio agli oltre 300 alberghi di Cervia distribuiti su poco meno di 7 km di costa.
Non condivido la posizione di Legambiente che ha definito una nuova cementificazione le azioni sopra citate, così come aveva già fatto, a mio avviso incomprensibilmente, qualche mese orsono rispetto alla previsione di realizzare nuove aree di sosta camper all’interno del territorio comacchiese. Auspichiamo che Legambiente possa fornire un proprio contributo alla discussione e possa confrontarsi nel merito con un atteggiamento propositivo e non pregiudiziale, rispetto al progetto di sviluppo. Tale contributo potrà pervenire anche attraverso una proposta alternativa in grado di creare occupazione, per un territorio con uno dei più alti tassi di disoccupazione regionale.
Spiace constatare infine come oggi uno dei più grandi critici dell’Amministrazione, attivista e socio del Circolo Legambiente, abbia rinunciato a ricoprire l’incarico di assessore all’ambiente e all’urbanistica nonostante gli fosse stato proposto all’atto del mio insediamento e su proposta del suo circolo. Probabilmente è più facile criticare, senza preoccuparsi di individuare alcuna alternativa, perché troppo impegnati a criticare tutto e tutti. Stare seduti sulla ‘collinetta della purezza’ potrà pure permettere di stare in una posizione di comodo, ma finché non si avrà il coraggio di scendere nell’agone del confronto politico, tentare, anche sbagliando e magari ritentare e risbagliare, nulla cambierà. Io e la mia Giunta lo stiamo facendo con tutti i mezzi ed energie a disposizione, per il bene del nostro territorio, -conclude il Sindaco – senza pregiudizi e senza interessi personali, di partito o di associazioni. Altri invece hanno agito diversamente.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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