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Da Associazione culturale Reverb

Umori sospesi tra musica elettroacustica e improvvisazione jazz, assieme a playlist che diventano storie e illustrazioni. Reverb Festival si trasferisce per una sera al Jazz Club di Ferrara: venerdì 24 febbraio l’antico torrione rinascimentale – abituato ad accogliere i nomi più interessanti del panorama jazz nazionale e internazionale, premiato negli scorsi anni più volte come migliore jazz club d’Italia – ospiterà in via del tutto eccezionale una maratona elettronica che vedrà alternarsi live set e dj set.

Aprirà e chiuderà le danze Raffaele Costantino – dj e producer, oltre che ideatore e conduttore su Radio Due del programma Musical Box – che alle 21 presenterà il suo primo, originalissimo libro: “Storia di una playlist / Playlist di una storia”, pubblicato nel dicembre 2016 da Arcana Edizioni, con prefazione di Vincenzo Martorella e postfazione di Quit The Doner. Il volume si sviluppa a partire dall’assunto che ogni playlist, oltre ad essere un atto d’amore, è di fatto una narrazione, un percorso di senso. Comprende una serie di storie, episodi ed aneddoti inventati legati ai grandi protagonisti della musica contemporanea, infilati uno dopo l’altro come appunto le canzoni di quella che l’autore immagina essere la colonna sonora ideale da abbinare alla lettura. Nelle nicchie del Torrione, in occasione della presentazione, saranno esposte le illustrazioni di Marcello Crescenzi, conosciuto come Rise Above, che arricchiscono e completano la pubblicazione.

Protagonista del live set, dalle 22, sarà il batterista e compositore jazz Tommaso Cappellato, che per la prima volta porterà nel capoluogo estense “Aforemention” – progetto solista che raccoglie e interpreta in una sintesi fresca e originale molteplici interessi musicali, coltivati in anni di peregrinazioni intono al mondo. Con l’ausilio di batteria, percussioni, sintetizzatori analogici e live electron ics, il risultato è un viaggio ipnotico tra jazz, elettronica, musiche orientali e africane. A seguire, dalle 23, dj set con il duo Nu Guinea e il loro sound afro e magmatico, intriso di tastiere, vinili e sintetizzatori, dove i generi più disparati si combinano e collegano alla dance, spaziando dall’obscure disco alla world music. Dalla mezzanotte a chiusura sarà in consolle Costantino.

«L’obiettivo di Reverb è promuovere l’elettronica italiana e avvicinare alla sperimentazione musicale un pubblico trasversale, sia per interessi che per età – spiegano i giovani organizzatori, Paolo Maiarelli e Francesco De Salvia. La prima serata Reverb è stata organizzata lo scorso giugno nel cortile del Castello Estense, la seconda a Palazzo Crema, questa è la terza e siamo veramente felici di aver trovato da parte del Jazz Club tanto entusiasmo, abbiamo costruito questo evento assieme, in una prospettiva di confronto e di scambio».

L’ingresso alla serata costa 20 euro per i soci Endas, i non soci potranno usufruire di una promozione speciale: allo stesso prezzo potranno avere sia il biglietto che la tessera 2017. Chi volesse prenotare la propria partecipazione potrà farlo scrivendo all’indirizzo info@reverbfestival.it e presentandosi entro le 21 all’ingresso – il Jazz Club si trova in corso Porta Mare 112. La biglietteria aprirà alle 19.30, buffet e dj set al piano terra dalle 20.

INFO: Paolo Maiarelli // 3497645986 // info@reverbfestival.it // http://reverbfestival.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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