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Da Regione Emilia Romagna

Era inagibile dal sisma del 2012. Ristrutturazione finanziata dalla Regione con oltre 522 mila euro.

Il presidente della Regione Bonaccini: “Restituito alla comunità locale un luogo fondamentale per la propria identità. Il lavoro non è finito, ma in cinque anni abbiamo fatto tanto e bene: stiamo ricostruendo tenendo conto dei criteri di sicurezza più avanzati, nella trasparenza, legalità e rispetto ferreo delle regole, la sola strada possibile”

Bologna – Era stata resa inagibile dal sisma del 2012 e da questa sera tornerà a nuova vita la chiesa di San Bartolomeo in Bosco, frazione di Ferrara, che riaprirà ai fedeli proprio in occasione della festa liturgica patronale.
L’intero centro era stato gravemente colpito dal terremoto d’Emilia, tanto da dover demolire e ricostruire ex-novo la scuola dell’infanzia (inaugurata a fine 2014), per poi passare alla ristrutturazione con messa in sicurezza della chiesa di San Bartolomeo Apostolo, finanziata dalla Regione con oltre 522 mila euro.

“L’evento di oggi sarà molto importante- ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che sarà presente all’inaugurazione insieme, fra gli altri, al sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, all’Aricvescovo Gian Carlo Perego e al parroco don Alessio Grossi – che restituisce alla comunità locale un elemento fondamentale della propria identità. Se, come hanno riconosciuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Papa Francesco in occasione dei cinque anni dal sisma, la ricostruzione in Emilia può essere considerata un esempio, lo si deve anche al fatto che intendiamo ripristinare edifici e spazi così come erano, proprio per salvaguardare l’identità dei luoghi, che non può non passare anche dalle chiese”. “Il lavoro non è certo finito, la ricostruzione deve essere completata- ha chiuso Bonaccini- ma il lavoro di squadra fra istituzioni, sindaci, cittadini, a partire proprio dalla forza di volontà delle persone nelle aree colpite, ci ha portato insieme ad aver fatto tanto e bene, ricostruendo in considerazione dei criteri di sicurezza più avanzati, nella trasparenza, legalità e rispetto ferreo delle regole, la sola strada possibile”.

La ricostruzione pubblica in Emilia
Sono stati attribuiti a oggi oltre 1,095 miliardi, 690 milioni messi a disposizione del Commissario alla ricostruzione e 405 milioni di cofinanziamenti, fondi destinati a 1.437 interventi fra quelli previsti dal Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Dei 125 soggetti attuatori coinvolti (Comuni, Diocesi, Acer, Asp, Ausl, Università) 68 hanno la totale copertura finanziaria dei danni subiti. Dei 1.267 progetti presentati (per 969 milioni), 979 sono stati approvati (per 516 milioni).
Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 82 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.

Le chiese
Sono 118 quelle riaperte al culto dopo il sisma in Emilia del 2012: 54 sulle quali si intervenne nei mesi successivi alle scosse (con una spesa di oltre 15 milioni di euro) per garantire lo svolgimento delle funzioni in ogni comune colpito e altre 64 fra quelle inserite nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, per il quale sono disponibili 252 milioni di euro, di cui 209 milioni del Commissario e 43 di cofinanziamenti. A queste chiese, si aggiungono altri 60 edifici delle diocesi. Per assicurare la continuità di culto vennero realizzati anche 15 edifici provvisori, per una spesa di quasi 6,3 milioni di euro. In tutto sono stati 296 gli edifici religiosi danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, a oggi finanziati.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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