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Da: Ascom Ferrara

Un incontro richiesto quello odierno (30/12) in Comune a Comacchio da Ascom Confcommercio che nei giorni scorsi aveva chiesto all’Amministrazione Comunale di anticipare la verifica sul test relativo alla ZTL sperimentale (entrata in funzione a giugno scorso) nella città del Trepponti; una Zona a Traffico Limitato che aveva sollevato innumerevoli proteste da parte dei commercianti preoccupati anzi arrabbiati dalla rigidità dell’applicazione che di fatto blindava il centro storico. “Abbiamo trovato una predisposizione almeno di massima a trattare la questione e la volontà espressa dalla stessa Amministrazione Comunale – rappresentata dal sindaco Fabbri, dall’assessore Provasi e dal comandante della Polizia Municipale Claps – di valutare in modo periodico e più ampio il tema del commercio con eventuali incentivi e bandi specifici per una riqualificazione più complessiva del Centro storico – spiega Massimo Cestari negoziante e rappresentante di Confcommercio accompagnato dal segretario Ascom Dario Rondina – siamo determinati a chiedere da un lato la riduzione oraria della ZTL anche in funzione della stagionalità perché ad esempio nei mesi invernali la chiusura del Centro risulta allontanare i clienti e dall’altra una flessibilità legata alla necessaria logistica degli operatori (ampliamento orari carico e scarico, corrieri, rappresentanti…). Tra l’altro come Ascom abbiamo sottolineato la caduta degli incassi sopratutto nei mesi invernali e crediamo che la chiusura e la rigidità della Ztl abbiano avuto purtroppo la loro negativa influenza su fenomeno”.
Per questo Ascom ha richiesto una finestra di apertura per la ZTL di almeno due ore mattutine e altre due pomeridiane per dare maggiore respiro, flessibilità e per permettere agli acquirenti di accedere tranquillamente alla ZTL, rendendo più appetibile commercialmente Comacchio per eventuali nuove imprese. Come pure è stato rammentato dall’Associazione lo studio Iscom Group presentato l’anno scorso e che già evidenziava la necessità di un progetto di riqualificazione.
Diventa così sempre più importante l’incontro convocato da Ascom il prossimo 3 gennaio (Teatro dell’Asilo del Duomo, a partire dalle ore 20,30) quando la stessa associazione ha già chiamato a raccolta gli operatori commerciali e turistici di Comacchio per fare il punto e trovare una soluzione che sia accessibile e non …blindata.
L’appuntamento con l’Amministrazione Comunale è fissata indicativamente intorno al 10 gennaio per riaffrontare la situazione nella speranza che alle parole di apertura…seguono le aperture (quelle vere ai Varchi della ZTL).

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ASCOM FERRARA


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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